Una foto in bianco e nero. Sullo sfondo il disegno del fascio littorio, in primo piano un bambino impegnato a fare i propri bisogni, e in alto una didascalia introduttiva inequivocabile: “Io piscio sopra al 25 aprile, ai partigiani e a tutti coloro che tradirono”. Fin qui sarebbe solo la descrizione di uno dei diversi manifesti contro il ricordo della Resistenza che circolano in rete. La polemica e la bagarre politica nascono quando sotto quell’immagine, pubblicata su Facebook, appare il simbolo del “like”, ossia del gradimento, del capogruppo Pdl di Crevalcore, piccolo comune in provincia di Bologna e città adottiva di famosi partigiani come Armando Sarti.
Il “fattaccio” risale proprio al giorno della Festa della liberazione, quando il consigliere comunale di centrodestra nonché capogruppo del Pdl, Agnese Valente, vuole esprimere pubblicamente il proprio apprezzamento, cliccando “mi piace” (like) sotto la foto del bambino che fa pipì. Ma nella piazza digitale non sfugge niente. E così nei giorni successivi gli esponenti comunali di Progetto democratico, anche loro iscritti al social network, decidono di diffondere l’immagine, e di portare sul tavolo del consiglio comunale la richiesta di dimissioni della giovane pidiellina. Per il gruppo di centrosinistra non si tratta di uno scivolone figlio di una disattenzione, ma di un’offesa vera e propria. E per questo propone un ordine del giorno per condannare la “gravità delle affermazioni”, e ribadire che la festa del 25 aprile “appartiene a tutti gli italiani”.
Nel mirino dei consiglieri della maggioranza non c’è solo la foto, ma anche alcuni commenti scritti su facebook direttamente da Valente: “Chi difendeva la Patria le ha voltato le spalle passando a fianco del nemico, razziando e ammazzando”. E ancora: “Si chiamano oggi eroi i partigiani che si sono macchiati di sangue. Personalmente il 25 aprile io non ho nulla da festeggiare”.
L’autrice per ora minimizza e non sembra affatto intenzionata a fare un passo indietro. “Non chiedo scusa per una frase che non ho detto – chiarisce la capogruppo – Io mi sono limitata a cliccare mi piace su un’immagine che mi sembrava goliardica, pubblicata sul profilo di un’altra persona. Non sul mio”. Poi provando a gettare acqua sul fuoco, prende le distanze dai toni della didascalia e, allo stesso tempo, accusa gli avversari politici di voler “strumentalizzare” una leggerezza. “Non mi sono accorta subito di quella frase. È vero, ritengo che la Resistenza sia uno dei periodi più bui della storia d’Italia, in cui sono stati perpetrati dei crimini da una parte, come dall’altra. E personalmente non ho nulla da festeggiare il 25 aprile. Ma mai mi sognerei di offendere qualcuno o di pronunciare parole di quel tipo. La maggioranza – conclude – sta solo strumentalizzando, dando delle interpretazioni del tutto sbagliate al mio gesto”.