Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato la profanazione del testo sacro sostenendo che l’azione è in linea con “il fallito progetto dell’Islamofobia”. Il dicastero di Teheran sostiene che la comunità internazionale sta attendendo una pronta e dura reazioni da parte degli Usa affinché le persone coinvolte vengano punite
Recidivo. Il pastore americano Terry Jones, diventato tristemente famoso per aver bruciato nel marzo del 2011 una copia del Corano, ha ripetuto il gesto in una cerimonia a Gainsville, in Florida. Di fronte ad una ventina di persone il pastore ha dato fuoco a copie del libro sacro per i musulmani in segno di protesta contro l’arresto in Iran di un pastore cristiano. Le manifestazioni anti coraniche in passato hanno già provocato drammatiche reazioni.
Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato la profanazione del Corano perpetrata dal pastore evangelico statunitense sostenendo che l’azione è in linea con “il fallito progetto dell’Islamofobia”. Secondo l’agenzia iraniana Isna il sacerdote “piromane” ha bruciato copie del testo di riferimento dell’Islam e anche un’immagine del profeta Maometto. In una dichiarazione, il dicastero di Teheran sostiene che la comunità internazionale sta attendendo una pronta e dura reazioni da parte degli Usa affinché le persone coinvolte vengano punite. L’Iran ha anche chiesto agli Usa di porgere le proprie scuse al mondo islamico per questo insulto. Secondo altre fonti, il pastore ha compiuto la profanazione rilanciandola su internet per protestare contro l’incarcerazione di un pastore cristiano in Iran. Il video del nuovo rogo del Corano sarebbero stato pubblicato su Youtube dai sostenitori dell’iniziativa. L’evento, scrive la stampa locale, sarebbe stato anche trasmesso in diretta live sul web. Il reverendo aveva minacciato di dare alle fiamme il testo quando era stato annunciato il progetto di costruire una moschea vicino a Ground Zero, dove l’11 settembre 2001 le torri gemelle furono abbattute da un attacco kamikaze di componenti di Al Qaeda.