La fotografia della salute pubblica che emerge dal rapporto Osservasalute descrive un’Italia in cui si fa sempre più fatica a sostenere il servizio sanitario e in cui la spesa privata in sanità è cresciuta in modo esponenziale (+25% in 10 anni). Non poteva che essere così, visto il peso dei tagli e dei ticket sempre più pesanti per le tasche degli italiani.
Ma emerge anche che le persone trascurano sempre di più la propria salute e si impegnano sempre meno nella prevenzione delle malattie. Per questo gli italiani sono sempre di più obesi, fumano e consumano antidepressivi, con punte più alte in alcune Regioni. In Campania, ad esempio, si è troppo sedentari e i livelli di mortalità sono alti per le malattie metaboliche, in Veneto si consuma troppo alcol, nel Lazio si fuma di più che nelle altre Regioni, in Basilicata ci sono più obesi e in Toscana si consumano più antidepressivi.
Tutto questo inciderà sulla salute delle nuove generazioni con costi elevati e sempre meno tutele, a partire dalle pensioni. Ma la situazione emergeva già chiaramente nel Rapporto Pit Salute, in particolare dalle segnalazioni al Tribunale per i diritti del malato di mancato o difficile accesso alle cure, che nell’ultimo anno sono addirittura raddoppiate, passando dal 5,5 al 9,7% (Rapporto Pit Salute 2011, Diritti al taglio).
E quali sono i problemi più segnalati? La riduzione improvvisa di servizi, dai posti letto in Rsa a quelli per la dialisi, dai centri per la riabilitazione alle lungodegenze; le attese sempre più lunghe per visite, esami e interventi; i costi crescenti, per usufruire di ore in più di assistenza domiciliare o per acquistare ausili e protesi più moderni e funzionali rispetto a quelli che eroga la Asl ; infine i ticket, che, pur essendo diversificati Regione per Regione, sono sempre più pressanti e in alcuni casi rendono più conveniente la sanità privata.