In questi giorni il dibattito sul futuro energetico dell’Italia è particolarmente acceso, con la discussione sul decreto rinnovabili, con cui il governo vuole cambiare le regole per il settore dell’energia pulita in Italia.
Credo sia importante ascoltare le riflessioni di tutti gli attori coinvolti e farli partecipare all’evoluzione di un settore che è fondamentale non solo perché crea posti di lavoro, ma soprattutto perché disegna un nuovo scenario per lo sviluppo economico e la tutela dell’ambiente e della nostra salute.
Si tratta di un settore strategico: per ogni euro di incentivi si hanno 3 euro di benefici, secondo quanto stimato da Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper, l’associazione che riunisce i produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Alla Provincia di Roma siamo impegnati in prima linea a sostegno delle rinnovabili. Fra i tanti progetti realizzati uno mi sta particolarmente a cuore. Stiamo lavorando perché dall’anno prossimo tutte le scuole della Provincia siano dotate di impianti fotovoltaici (ad eccezione di quelle per cui la Soprintendenza ha posto un veto per ragioni di carattere storico-artistico). E’ stato portato avanti in project financing, cioè contando sul sostegno delle imprese, in modo da minimizzare i costi per la pubblica amministrazione.
Il progetto permetterà di risparmiare risorse pubbliche che possono essere impiegate in altri progetti e allo stesso tempo di produrre energia in modo pulito.
Il nostro impegno per il solare deriva da una considerazione: in tempi di crisi non basta il rigore, non si può pensare solo a ridurre la quantità della spesa pubblica, servono politiche innovative che permettano di migliorare la qualità della spesa e di avere un effetto positivo sull’ambiente.
E’ un tema quanto mai attuale, proprio nel momento in cui il governo affronta il tema della spending review, cioè della razionalizzazione e il contenimento della spesa pubblica.
E si tratta di un esempio che credo potrebbe essere esteso. Pensiamo a quanto ampie sono le superfici dei tetti di proprietà dello Stato: scuole, Comuni, caserme, solo per fare qualche esempio. Quanta energia potremmo produrre se installassimo pannelli fotovoltaici su tutti i tetti degli edifici pubblici. E quanti ettari di terra attualmente utilizzati a questo scopo potremmo risparmiare?
Anche perché investire sulle rinnovabili ha un effetto positivo sull’occupazione e sull’economia. Non a caso il presidente degli Stati Uniti Obama, proprio in un momento di crisi, sta avviando un piano per passare dall’attuale 40% di energia prodotta da fonti pulite all’80% entro il 2035.
Cambiare fonti di energia non sarà sufficiente: per rendere sostenibile la vita sul pianeta sarà necessario rivedere tutto il modello di produzione e consumo su cui si fonda la nostra società.
Non si può pensare che per consumare 400 grammi di insalata sia necessario imballarla in un contenitore di plastica e trasportarla per migliaia di chilometri su gomma. Tutto il nostro modello di consumo dovrà cambiare, prima o poi. Ma questa è un’altra storia, ne parleremo in una prossima occasione.