L’ultimo caso due giorni fa: a Nuoro un imprenditore edile di 55 anni si è tolto la vita dopo essere stato costretto a chiudere l’azienda di famiglia e licenziare i suoi due figli. Il giorno prima nel leccese un altro imprenditore ha deciso di farla finita. Un colpo di pistola alla tempia dopo che la società di cui era socio era stata messa in liquidazione. “Mi sento un fallito”, ha scritto. Storie che ormai si ripetono, e che aggiungono alla lunga lista delle morti sul lavoro una nuova casistica tutta figlia della crisi che sta mettendo in ginocchio il paese. I suicidi di chi il lavoro era abituato ad offrirlo, e che ora invece si ritrova l’azienda, a cui magari aveva dedicato tutta la vita, chiusa per fallimento o schiacciata dalle cartelle esattoriali.

 La Cgia di Mestre ha contato in tutta Italia 23 imprenditori che dall’inizio dell’anno hanno deciso di togliersi la vita perché oberati dai debiti, ma altre fonti parlano di oltre 70 suicidi di piccoli e piccolissimi imprenditori oppressi dai debiti esattoriali. Storie di solitudine e ansia, che finiscono nel dramma. Storie che qualcuno ha deciso di portare in piazza, per rendere davvero pubblica quella che ormai si sta trasformando in un’emergenza nazionale, raccontata anche all’estero. Venerdì a Bologna un corteo di bandiere bianche sfilerà per ricordare gli imprenditori vittime della crisi.

Ad organizzare l’iniziativa Tiziana Marrone, moglie di Giuseppe Campaniello, l’artigiano della provincia di Bologna che lo scorso 28 marzo di fronte alla sede della commissione tributaria del fisco ha deciso di suicidarsi dandosi fuoco dentro alla propria auto. Dopo 9 giorni di agonia in ospedale Giuseppe è morto, e la moglie si è ritrovata di colpo sola e con le istituzioni che sono rimaste lontane. “Non si è fatto sentire nessuno – ha spiegato – Questa battaglia non è solo mia, è di tutti gli italiani che si trovano nella stessa condizione e soprattutto di quelle vedove e famiglie che non sanno più dove sbattere la testa per pagare questi debiti”.

“Venerdì ci sarà una lunga marcia silenziosa – spiega la cinquantenne Elisabetta Bianchi, figlia di un artigiano, che ha preso a cuore la situazione di Tiziana Marrone, sola e senza lavoro dopo la morte del marito – manifesteremo in memoria dei tanti, troppi suicidi causati da chi non cerca alcun confronto o dialogo con i contribuenti”.

In prima fila ci saranno i tanti artigiani che conoscevano Giuseppe Campaniello, e tutti quelli che ora stanno aiutando la sua famiglia. Ad aprire il corteo la foto dell’imprenditore suicida.

Assieme porteranno le loro bandiere bianche dall’ospedale di Bologna all’agenzia delle entrate. Lì davanti la moglie leggerà i nomi di tute le donne rimaste senza marito per colpa della crisi. “Manifesteremo in memoria di tutti coloro che si sono uccisi perché travolti dai debiti esattoriali, suicidi causati da chi con i contribuenti in difficoltà non vuole alcun confronto”.Per ora le adesioni hanno superato in tutta Italia quota 200, ma si prevede una partecipazione ancora più massiccia.

 

 

 

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