Fumata nera per le nomine Rai rinviate al prossimo 6 giugno. Gli azionisti, il ministero del Tesoro e la Siae, si sono presentati oggi all’assemblea in Viale Mazzini. Al primo punto dell’ordine del giorno, l’approvazione del bilancio che è regolarmente andata in porto. Nulla di fatto invece, per il secondo punto che prevede le nomine. L’invio dei curricula di Santoro e Freccero però hanno smosso le acque e ora arriva sul tavolo il nome di Selva. L’assemblea rimane ancora aperta.
Dopo le candidature di Michele Santoro e Carlo Freccero alle massime cariche della televisione pubblica (direttore generale e presidente), oggi spunta anche il nome di Gustavo Selva che comunica di aver inviato il suo curriculum al Consiglio dei ministri per presiedere il cda dell’azienda. La richiesta, specifica lui stesso, è basata “sulla trentennale attività giornalistica e manageriale in Rai tv, quale quella da me svolta come capo degli uffici di corrispondenza di Bruxelles, di Vienna per l’Est Europa, di Bonn-Berlino, conduttore di telegiornali, direttore del Gr2, presidente di Rai Corporation a New York”.
Selva ricorda che “il suo curriculum professionale comprende anche la direzione del quotidiano “Il Gazzettino” di Venezia e che “dall’84 all’89 sono stato deputato al Parlamento europeo” mentre “dal ’90 al ’92 ho ripreso la collaborazione alla Rai, per la quale il lavoro più significativo e impegnativo da me svolto – sottolinea – è stato il programma La lunga notte del comunismo“. Selva completa il suo curriculum ricordando anche di essere stato “dal ’94 al 2008 deputato e negli ultimi due anni senatore. Anche nel periodo in cui sono stato parlamentare – rileva – ho proseguito la mia attività di articolista per quotidiani e periodici”.
L’assemblea degli azionisti chiuderà il mandato dell’attuale cda al massimo l’8 maggio con il via libera al bilancio, nel frattempo dovrebbe entrare nel vivo il lavoro della commissione di Vigilanza per il voto dei nuovi membri. Il cda potrebbe essere rinnovato entro la metà di maggio, ma le posizioni dei partiti della maggioranza restano distanti e bisogna attendere le mosse del governo. Il Pdl insiste per il rinnovo con la legge vigente, il Pd per la riforma della governance richiesta anche ieri dal segretario Pier Luigi Bersani. Il governo dovrà proporre un consigliere, il presidente e il direttore generale.