Porta lontano quella laurea rilasciata dall’Università privata albanese Kristal a Renzo Bossi, conseguita nel 2010 quando appena l’anno prima ‘il Trota’ aveva passato l’esame di maturità, dopo essere stato bocciato tre volte. A procacciare clienti per l’ateneo di Tirana in Italia era Giorgio Salvadè, arrestato il 22 dicembre scorso dalla Procura di Parma per una storia di una presunta maxi truffa legata alle lauree facili, rilasciate da facoltà con sede nei paesi dell’est Europa. A lui fanno riferimento diverse onlus con sede a Bergamo e a Bagheria (Palermo) che proponevano corsi di laurea presso la Kristal, un’università di Pristina in Kossovo e un ateneo di Kiev, in Ucraina. Al centro di quella che appare come una vera e propria rete c’è il “Consorzio interuniversitario dei Balcani” il cui sito web è intestato a Giorgio Salvadè. C’è poi l’associazione Kristal Italia, che si accreditava fino a poche ore fa – il sito è stato reso non raggiungibile – usando il nome del Consorzio, in un loop che riporta alla fine sempre alla figura dell’imprenditore originario di Parma oggi in carcere. Ed infine l’associazione Kristal Europa, il cui sito risulta intestato ad un cittadino francese. Tanti fili che alla fine portano nella capitale dell’Albania, in quell’ateneo privato che appare sul diploma di laurea sequestrato dai magistrati nella famosa cartellina “the family”.
Il nome Kristal era in realtà già apparso nell’inchiesta della procura di Parma che da diverso tempo indagava sull’attività di Giorgio Salvadè. La prima perquisizione nell’abitazione dell’imprenditore è avvenuta nel gennaio del 2009, con il sequestro di diversi documenti. La prima pista portava ad un’università della Romania, ma nel corso delle indagini è apparso anche il nome dell’albanese Kristal, come ha confermato il procuratore di Parma. L’accusa per Salvadè e per altri 13 indagati è di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso, con una lista di un centinaio di casi di studenti caduti nella rete.
Sul sito della Kristal Italia è ancora disponibile la copia di una laurea in infermeria (con il nome dell’alunno coperto da omissis) corredata dell’autentica rilasciata dal consolato italiano di Tirana, presentata ai visitatori a mo’ di prova della bontà dei servizi offerti. Il console italiano in Albania – contattato da ilfattoquotidiano.it – non ha rilasciato nessun commento: “C’è un’indagine in corso e non posso rilasciare nessuna dichiarazione finché non verrò autorizzata dai magistrati che stanno indagando”.
Nella sede di Bergamo oggi lavora per la Kristal Italia Arben Djibeli, mentre gli uffici del Consorzio interuniversitario dei Balcani sono stati chiusi circa un mese fa, come ha riferito il proprietario dell’appartamento. Sul coinvolgimento di Giorgio Salvadè Djibeli preferisce non dire nulla: “Sono fatti che appartengono alla sua vita privata”, commenta al telefono. E un no comment secco arriva quando viene citato il Consorzio interuniversitario: “Non voglio dire nulla, mi dispiace”.
La questione della laurea di Renzo Bossi sembra dunque solo la punta emersa di una vicenda decisamente intricata, a cavallo tra le attività, ritenute truffaldine dai magistrati, di un imprenditore di Parma e un gruppo di onlus con il pallino della laurea nei Balcani.