Vittorio Sgrabi non potrà correre alla poltrona di sindaco di Cefalù, i giudici della prima sezione civile della corte d’Appello, presieduti da Rocco Camerata Scovazzo, hanno deciso: resta incandidabile. Il 20 aprile scorso il tribunale di Marsala (Trapani) aveva escluso Sgarbi dalle prossime elezioni amministrative, dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Salemi guidato dallo stesso critico d’arte. La norma che lo esclude dalla competizione elettorale è l’articolo 143 del testo unico degli enti locali, in base al quale non possono concorrere al primo turno elettorale utile gli amministratori di enti sciolti per infiltrazioni mafiose. E’ il caso di Sgarbi il quale era sindaco di Salemi (Trapani) quando, a febbraio, il comune è stato sciolto dopo una relazione degli ispettori ministeriali secondo i quali l’attività amministrativa era condizionata dagli interventi di Giuseppe Giammarinaro, coinvolto in una inchiesta culminata con i sequestro di beni per 35 milioni. Sulla vicenda era anche intervenuta il ministro Anna Maria Cancellieri con parole che non lasciavano adito a dubbi: “Nell’infiltrazione mafiosa nel Comune di Salemi il sindaco ha precise responsabilità”.
L’ex sindaco di Salemi, dopo la prima sentenza aveva annunciato: “Mi candido lo stesso, questa è solo la sentenza di primo grado e ce ne sono altre 3, l’appello, la cassazione e la Corte di Strasburgo“. I legali di Sgarbi avevano infatti opposto ricorso, oggi hanno ricevuto l’ennesimo stop ma annunciano: “Ricorreremo in Cassazione“.
Proprio nei giorni scorsi sulla candidatura di Sgarbi a sindaco di Cefalù aveva sollevato diverse polemiche. Intanto per il nome scelto per la lista civica “Concorso esterno”, poi per la sua vicinanza a Giuseppe Farinella pregiudicato per mafia, come suo cugino. L’albergatore Farinella è lo sponsor della lista; detto Giusi, è stato condannato nell’89 per associazione mafiosa, mentre il cugino è un omonimo boss di Cosa nostra, in carcere per le stragi siciliane del ’92.