Partirà a novembre e sarà intitolato a Pio la Torre, il sindacalista e deputato comunista ucciso da Cosa Nostra trent'anni fa, promotore insieme a Virginio Rognoni della proposta di legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni
In Italia esiste un patrimonio che rischia l’abbandono: ville, garage, tenute agricole, aziende e terreni edificabili. È il tesoro confiscato alla mafia che non viene riutilizzato per problemi burocratici o per mancanza di risorse e di competenze adeguate. Per questo l’Università di Bologna ha deciso di organizzare il primo master per imparare a gestire e riutilizzare i beni sottratti alla criminalità organizzata. Partirà a novembre e sarà intitolato a Pio la Torre, il sindacalista e deputato comunista ucciso da Cosa Nostra trent’anni fa, promotore insieme a Virginio Rognoni della proposta di legge che introdusse il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni.
Il corso nasce dall’esigenza, segnalata da diverse procure italiane, di colmare una lacuna di professionalità nella gestione dei beni strappati alle mafie. Ma anche dal bisogno di sopperire alla mancanza di conoscenza degli enti locali, che vogliono chiedere in assegnazione un immobile o un’azienda. La confisca infatti è solo il primo passo. Dopo bisogna essere in grado di far fruttare il bene. Solo così si può restituire il maltolto alla società civile.
Coordinato da Stefania Pellegrini, docente di Filosofia del diritto, il master vuole fornire le competenze necessarie per amministrare questo patrimonio, dal momento della custodia a quello della confisca. Gli studenti impareranno, per esempio, a interagire con l’Agenzia Nazionale che si occupa della gestione e della destinazione dei beni sequestrati e confiscati, e a richiedere l’assegnazione secondo le modalità previste dalla legge della 1996. Non proprio un gioco da ragazzi: “La materia – ha spiegato oggi il procuratore capo di Bologna Roberto Alfonso – è regolata da una giungla normativa”. Indispensabile quindi una solida base teorica, per evitare di sprecare una risorsa così preziosa.
Oggi in Emilia Romagna dei 107 beni confiscati negli ultimi sedici anni, solo 55 sono stati destinati e assegnati. Questo significa che finora circa la metà è riuscita a avere una seconda vita, mentre il resto si trova a rischio abbandono. Come “La celestina”, una villa di tre piani confiscata all’imprenditore Giovanni Costa, condannato in primo grado per riciclaggio, ridotta ormai a un rudere alla periferia di Bologna.
Il master è di primo livello e prevede 200 ore di lezione frontale e altre 375 di stage, con lezioni una volta al mese durante il fine settimana. I corsi inizieranno il 23 novembre, finiranno il 20 aprile 2014 e sono riservati a 40 persone (10 il numero minimo per attivarli). Per accedere è prevista una selezione sulla base di un colloquio motivazionale e sulla valutazione dei titoli.