Azzerare l’Imu sulla prima casa? L’ipotesi ventilata che i Comuni possano abbassare l’aliquota fino ad abolire di fatto la tassa incontra molta cautela da parte dei sindaci di alcuni tra i maggiori comuni italiani, ospiti della trasmissione di Lucia Annunziata “In mezz’ora” su Raitre. Non c’è un “partito dei sindaci”, precisano, ma un “patto dei sindaci”, che rivendicano il godimento per intero della tassa comunale sugli immobili e appoggiano l’idea dell’Anci di istituire una società autonoma per la riscossione dei tributi che sostituisca Equitalia.
Per il sindaco di Torino, Piero Fassino, l’idea di azzerare l’Imu “va valutata: un piccolo comune può farlo – ha detto – ma per le grandi città bisogna fare due conti e vedere. Se sarà praticabile si farà, ma se non viene sostituita da qualcos’altro i comuni non ce la fanno”. Prudente anche il primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno: “se possibile, lo faremo, occorre valutare l’impatto”, ha detto. A esigenze di bilancio si è appellato anche il sindaco di Chioggia, Giuseppe Casson; scettico è apparso anche il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris che parla di una battaglia con la tassa con una “grandissima valenza politica”, i sindaci stanno dimostrando “senso di responsabilità. E’ intollerabile dal punto di vista morale che il governo e il Parlamento introducano una tassa che poi prende il governo”.
Giuliano Pisapia, primo cittadino di Milano, è categorico: “Di certo non aumenteremo l’Imu sulla prima casa, ma non possiamo azzerarla”. Dire di abolire l’Imu – ha precisato a sorpresa il primo cittadini di Varese, il leghista Attilio Fontana – è fare propaganda. Noi faremo le detrazioni, soprattutto alle fasce più deboli. Ma l’obiezione fiscale non deve far ricadere le conseguenze sui comuni”. Tutti d’accordo, comunque, sulla necessità di modificare l’Imu. Soprattutto per quanto riguarda la destinazione del gettito. “Più del 50% dell’Imu – ha detto Fassino – se lo prende lo Stato; se si fa un saldo tra i tagli dei trasferimenti ai comuni e l’Imu, è negativo: avremo meno soldi di prima. Noi siamo disposti a ridurre la quota dei trasferimenti se ci lasciano una quota maggiore dell’Imu. La nostra è una proposta quasi a saldo zero”. “Il governo ci chiede di fare l’esattore delle tasse – ha detto Alemanno – ma tutta questa situazione è un grave colpo al principio di autonomia degli enti locali”.
“Il nostro – ha voluto puntualizzare Pisapia – non è il partito dei sindaci, ma un patto dei sindaci, che da punti di vista politici diversi pensano al bene del loro territorio. Su questo c’è una coesione totale. E’ inaccettabile che il Governo faccia una tassa comunale e se ne appropri, è un provvedimento iniquo e anticostituzionale. Basterebbe una detrazione di 300 euro per modificare completamente la situazione, pagherebbe solo chi può pagare”. Per Fassino, c’è anche il problema che l’aliquota sulla seconda casa è uguale a quella sulla terza, la quarta e così via. “E’ ingiusto – ha spiegato – sarebbe più equo avere un’articolazione, ma la legge non ce lo consente”. “Le alternative all’Imu c’erano – ha interloquito De Magistris – il Governo avrebbe potuto mettere la patrimoniale sui redditi più alti, o ridurre le spese militari”. Una diversa modulazione dell’Imu dalla seconda casa in su trova d’accordo anche Pisapia, che ha insistito sull’idea di lasciare ai Comuni l’intero gettito della tassa sugli immobili.
Quanto alla vicenda Equitalia, tutti d’accordo nel criticare l’ente riscossore e volerne la sostituzione. Alcuni Comuni, come Varese o Torino, fanno già la riscossione per contro proprio; altri, come Milano e Napoli, si stanno attrezzando. Ma il problema è che i Comuni medio-piccoli non ce la fanno a crearsi una società di riscossione “in house”, e perciò l’Anci, ha confermato Fassino, sta pensando di dare vita a una società gestita dall’associazione e messa a disposizione dei Comuni.