La penosa storia del finanziamento ai partiti: da un lontano referendum tradito agli scandali Lusi e Belsito, dal falso stupore dei segretari ai buoni propositi di controlli e tagli, dallo stop and go più indecente che si trascina da mesi al tecnico Giuliano Amato, pensionato a 31.000 euro al mese, che, forte della scuola di Bettino Craxi, sistemerà tutto alla socialista d’antan.
La poesia è stata ispirata dal fondo di Marco Travaglio, al quale va il mio ringraziamento, “I revisori dei Monti“, uscito su il Fatto Quotidiano del 4 maggio 2012.
I tre tenori
Grazie a Lusi Casini si è incazzato:
“Riformare i partiti è necessario
e l’uso dei quattrin va controllato.
Prepareremo un nuovo abbecedario
con Alfano e Bersani, i miei colleghi!“
E tutti in coro: “Immediatamente!“
Peccato che il terzetto si rinneghi
poiché, per un bel po’riman silente.
Grazie a Belsito torna il trio faceto:
“E’ molto urgente fare questa legge,
tanto urgente da farla per decreto!“
Bersani: “Priorità! Saremo schegge!“
Casini: “Ok, dalle parole ai fatti!“
Angelino: “Sfondate porte aperte!“
“Darsi da far con i rimedi adatti!“
tuonando, Giorgio il bel terzetto avverte.
“Poiché il decreto, ahimé, non si può fare,
senza passar dall’aula si proceda.
Soltanto in commission dovrem votare
e in un amen vogliamo che succeda!“
Arriva un testo pieno di cazzate
prontamente bocciato dagli esperti,
tutte la norme van riformulate
ed al sentirle molto ti diverti:
“A babbo morto arrivano i controlli
e i rimborsi non vengono ridotti“.
“Tagliare i fondi? Sono cose folli!“,
affermano le tre bande Bassotti.
Ma ad un tratto Bersani sogna Grillo
e decide di dimezzare i fondi.
“Azzeriamoli!“, dice Alfano arzillo
e sembra che Casini lo assecondi.
I segretari fanno i generosi,
ma i tesorieri son senza quattrini.
Passano giorni molto burrascosi
e non decidon nulla gli uni e i trini,
la Santa Trinità che ci dileggia.
A questo punto il tecnico arrivato
dalla Bocconi, lesto come scheggia,
s’inventa un nuovo gioco per Amato:
studiar questa materia assai complessa.
Colui che munge mille euro al giorno
a una nazion a economia depressa
agli anni giovanili fa ritorno,
quando il debito Craxi raddoppiava,
piovevano quattrin su ogni partito,
e in un mar di tangenti si nuotava,
senza che il buon Giulian muovesse un dito.
E così, senza il minimo imbarazzo,
di giorno in giorno tutto si rimanda
e ai tre tenori non importa un cazzo
di una fin che si annuncia miseranda.
Mentre Giorgio continua a far richiami
e Beppe Grillo li sputtana tutti,
noi dovremo votare questi infami
fra lor scegliendo i meno farabutti.