Nel testo depositato dai relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) si prevede una riduzione del 33% per l'ultima parte di rimborsi elettorali, mentre per le prossime tornate si punterà al taglio di metà finanziamenti. Per accedere ai fondi basterà avere un eletto
Partito democratico e Pdl sembra abbiano trovato l’accordo, con qualche giorno di ritardo, sul finanziamento dei partiti e il controllo dei bilanci, in commissione affari costituzionali. Nel testo depositato dai relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) e condiviso dall’Udc, si vuole ridurre del 33 per cento l’ultima tranche dei rimborsi elettorali attuali e per le prossime tornate elettorali, si punta a un taglio della metà. Secondo i relatori sarà una “rivoluzione del sistema del finanziamento pubblico dei partiti”.
Per il futuro quindi l’intesa prevede un taglio del 50 per cento dei contributi pubblici passando dai 182 milioni attuali a 91. Il testo riporta: “I contributi e le spese sostenute dai partiti e movimenti politici sono ridotti a 91 milioni annui, il 70 per cento dei quali, pari a euro 63 milioni e 700mila è corrisposto come rimborso spese per le consultazioni elettorali e quale contributo per l’attività politica. Il restante 30 per cento pari a euro 27 milioni e 300mila, è erogato a titolo di cofinanziamento”.
La proposta di legge verrà approvata in prima commissione, con il mandato al relatore, in settimana per passare in aula dal 14 maggio. Per quel che riguarda l’ultima tranche dei rimborsi elettorali per il 2008, i relatori hanno fatto ricorso a quella che hanno definito una “proposta tecnica”, rimettendosi di fatto all’aula per la decisione finale. Il Partito democratico presenterà un emendamento al nuovo testo della legge sui partiti in cui si taglia del 50 per cento l’ultima tranche del rimborso elettorale spettante ai partiti per le elezioni del 2008. La commissione che controllerà i bilanci dei partiti, come previsto nel testo appena depositato, sarà operativa già dalla prossima tranche elettorale. Non sarà più presieduta né composta dai presidenti delle tre più alte magistrature dello stato, ma il coordinatore sarà scelto dai presidenti delle Camere e sarà formata da cinque magistrati: uno della Corte di Cassazione; uno del Consiglio di Stato e tre della Corte dei Conti.
Al fondo per il rimborso delle spese elettorali potrà accedere ogni partito che otterrà almeno un rappresentante eletto: per quanto riguarda il Senato, il rimborso sarà ripartito su base regionale e quindi sarà suddiviso tra le regioni in proporzione alla rispettiva popolazione. Per quanto riguarda la Camera, il rimborso delle spese elettorali sarà ripartito, in proporzione ai voti conseguiti, tra i partiti e i movimenti politici che abbiano ottenuto almeno un candidato eletto.
Arrivano le prime reazioni con Nichi Vendola di Sel che avverte: “Non si può più giocare col fuoco, c’è l’urgenza di dare segnali di sobrietà, prima che un’onda travolga la vita democratica. Non si può più giocare di furbizia: Alfano, Bersani e Casini lo comprendano”.