Uccisero un tassista che aveva involontariamente investito un cagnolino a Milano. Era il 10 ottobre del 2010 e Luca Massari (nella foto) scese dall’auto per scusarsi. Oggi per due fratelli, Pietro e Stefania Citterio, il pm Tiziana Siciliano ha chiesto ai giudici della I corte d’Assise di Milano una condanna a 23 e 21 anni. Il terzo uomo che partecipò a quella che l’accusa bolla come una “spedizione punitiva“, Moris Ciavarella, è stato già giudicato e condannato a 16 anni con il rito abbreviato. Per l’accusa la donna non si limitò a guardare Massari, 42 anni, cadere a terra sotto i colpi di un branco, ma partecipò attivamente: “Una specie di erinni che non si limita a improperi”. La vittima era un uomo tranquillo “totalmente inerte e molto dispiaciuto” di quanto accaduto. Stefania, che gridava “Ti ammazzo”, era così arrabbiata tanto da essere stata “trattenuta” e il fratello era “indotto da questo comportamento della sorella a continuare un’opera che la sorella non poteva più continuare perché trattenuta”.
Nel corso della requisitoria il pubblico ministero ha ripercorso quanto accaduto e provocato “una morte assurda.. di un uomo giovane, che poteva contare su un futuro più lungo del suo passato”. Colpevole solo “di aver investito involontariamente un cagnolino: uno sgarro che ha portato ad una punizione”. Ma per ricostruire quanto avvenuto gli inquirenti non hanno avuto vita facile: le intimidazioni dei testi sono state diverse. Tanto che il pm non ha potuto fare a meno di ricordare l’enorme difficoltà nella ricostruzione dei fatti e all’omertà che ha come avvolto l’omicidio per giorni. Per i due imputati l’accusa ha chiesto la concessione delle attenuanti generiche, anche in considerazione della giovane età, e ha escluso l’aggravante della crudeltà.