Cifre record nella città del leader del Pd Bersani: alle urne solo il 65,42 per cento degli aventi diritto
Anche Piacenza va al ballottaggio. La lotta per raggiungere il quorum del 50 % non è riuscita al Partito democratico che nonostante il calo del Pdl e il crollo della Lega nord paga il travaso di voti verso i candidati che si ispirano a Beppe Grillo. Con la quasi totalità delle sezioni scrutinate (99 su 108) in tarda serata è ormai chiaro che fra due settimane i piacentini torneranno alle urne per scegliere tra il candidato del centrodestra, Andrea Paparo e quello di centrosinistra. Il democratico Paolo Dosi, in corsa per sostituire il suo compagno di partito, Roberto Reggi (che conclude il suo secondo mandato), va infatti appena sopra il 47 % dei consensi, proprio come nel 2007, quando il sindaco uscente si fermò al 48,6 %. In città il Pd rimane il primo partito con il 26 %, con un calo del 4 % rispetto alle regionali di due anni fa. “C’era la speranza di passare al primo turno – ha detto Dosi a ilfattoquotidiano.it – ma c’è stato troppo astensionismo e il Movimento 5 stelle e la lista civica ambientalista Piacenza bene comune hanno inciso su parte del nostro elettorato”.
A Piacenza riflettori puntati proprio sul Movimento 5 stelle, che con la candidata Mirta Quagliaroli al 9,8 % si sta confermando come il quarto partito in città dietro solo a Pd, Pdl e ai Moderati per Dosi, una lista civica che appoggia il candidato di centro sinistra insieme a Sel e comunisti (3,5 %) e Idv (4,2 %). Doppiata dalla lista che si rifà a Grillo anche la Lega nord, che nella città emiliana correva con il suo candidato sindaco, il deputato Massimo Polledri, fermo al 6 %. Per il Carroccio quello di oggi è un crollo rispetto alle regionali del marzo 2010 quando a Piacenza raggiunse il 17 %. Oggi la lista di Alberto da Giussano non supererebbe il 6 %.
Risultato in calo anche per il centrodestra piacentino nonostante il raggiungimento del ballottaggio. Il partito di Alfano candida Paparo, fermo al 30,8 % di preferenze contro il 44 % del candidato azzurro del 2007. Certo, allora ad affiancare i berlusconiani c’erano anche il Carroccio e i casiniani. Oggi l’Udc corre da sola col suo candidato Pierpaolo Gallini, fermo all’1,8 %. Ma a impressionare anche nella città emiliana è il calo della lista del Popolo della libertà, che passa dal 29 % delle regionali 2010 (quando per un soffio non diventava primo partito in città) a poco più del 20 % odierno. Il Pdl, che tuttora ha la maggioranza in Provincia, perde un terzo dei suoi elettori in una città, Piacenza, che è stata spesso amministrata dai berlusconiani. “Vista come è andata in Italia e a Parma (dove il Pdl è crollato fino al 5 %, ndr) qui abbiamo ottenuto un ottimo risultato”, ha detto il candidato Paparo. E come dargli torto.
Finora tuttavia l’outsider vero è stato l’astensionismo che a Piacenza ha registrato uno dei suoi picchi più clamorosi, soprattutto rispetto alle passate elezioni. Il crollo dei votanti per le amministrative è infatti doppio rispetto a quello registrato a livello nazionale. Nella città, estremo lembo di Emilia Romagna, ha votato il 65,42 %. Si tratta del 12,54 % in meno rispetto alle comunali del maggio 2007 quando fu rieletto Roberto Reggi del Pd, oggi sindaco uscente. A livello nazionale il calo è stato di circa il 6 %.