A 17 anni non si può essere seri, si sogna, si ha un’energia incredibile e nessuno può farci niente.
Queste sono le parole di chiusura di 17 ragazze, film francese uscito nelle sale italiane il 23 marzo.
Il film ha schivato per un pelo la censura per i minori di 14 anni.
Racconta la storia di un gruppo di ragazze adolescenti che in seguito alla gravidanza di una di loro, decidono di rimanere tutte incinte. Inizia per loro un viaggio in una maternità vissuta un po’ per gioco, un po’ come tentativo di riscatto da una vita senza prospettive, con la follia e l’incoscienza dei loro 17 anni.
Il rischio principale secondo la commissione di vigilanza che voleva vietare il film, è l’emulazione da parte delle ragazzine.
Tuttavia in Francia la pellicola è uscita senza censure e non c’è stata alcuna epidemia.
In Italia in contemporanea all’uscita del film sono comparsi articoli sui quotidiani, sui blog e servizi tv sull’aumento delle mamme adolescenti. Vedi qui e qui
In realtà non c’è nessun baby boom, e di certo non riguarda le adolescenti italiane.
I dati degli ultimi dieci anni sono stabili: sono circa 10mila le mamme adolescenti secondo Piccole Mamme, il rapporto di Save the children. Un numero esiguo se confrontato a quello di altri paesi europei, come la Francia e l’Inghilterra.
In contemporanea al presunto baby boom c’è una novità che riguarda il versante opposto: dopo un iniziale blocco in parlamento da parte dei gruppi pro-life, viene introdotta sul mercato la pillola dei 5 giorni dopo. Si chiama Ellaone.
A differenza degli altri paesi europei (dove viene già utilizzata da anni) da noi c’è bisogno di una prescrizione medica e di un test che accerti che non ci sia una gravidanza in corso. Questa “premura” nostrana dovrebbe sottolineare la funzione contraccettiva e non abortiva del farmaco.
Nel nostro classico stile non-sense è però possibile acquistare Ellaone online.
La disinvoltura dei siti che la vendono mi sorprende. Tra le opzioni bisogna specificare se serve per uso immediato o come generica precauzione, il questionario da compilare è praticamente già impostato sulle risposte giuste, (in modo tale che si possa anche sorvolare la lettura), la pillola arriva entro 24 ore e si può pagare anche in contanti (in caso non si avesse la carta di credito).
Tutto così semplice.
Ellaone e le polemiche che ne hanno accompagnato l’uscita, il film, il tentativo di censura e il baby boom proclamato dai giornali. Fatico a decifrare queste informazioni, da quello che leggo ho la sensazione di essere depistata, che non si voglia realmente centrare i punti importanti.
La prima cosa che mi chiedo è come si possa concretamente avere paura che il film 17 ragazze porti a un’epidemia di gravidanza tra le adolescenti italiane.
Se anche le adolescenti italiane azzardassero la folle idea di utilizzare il proprio corpo e la propria gravidanza come atto di protesta o come modo per re-inventarsi la vita, si troverebbero comunque davanti a un muro ancora più alto. Sarebbe un urlo negato in partenza.
In Italia non ci sono finanziamenti statali per le donne incinte, adolescenti o donne adulte poco importa.
Non siamo la Francia; non ci sono i sussidi per la maternità, niente babysitter pagate dallo Stato, niente possibilità di lavoro. La donna incinta è una forza di lavoro inutile, anzi, doppiamente inutile nella nostra cultura di disoccupazione e di contratti sempre più precari.
Senza parlare poi del sostegno economico o aiuto agli studi per le adolescenti madri. Fantascienza. Se sei incinta abbandoni la scuola.
Il contraccettivo più efficace e la censura più feroce sono l’assenza di politiche sociali.
Del resto quel senso di solitudine e di abbandono l’abbiamo provato in tante a 17 anni, almeno una volta nella vita. Non c’è bisogno di rimanere incinte per sentirsi abbandonate dalle istituzioni pubbliche.
E non c’è neanche bisogno di vivere nella più sperduta delle province; basta vivere a Milano per ritrovarsi a vagare di notte di ospedale in ospedale a cercare la pillola del giorno dopo. Gli obiettori di coscienza che te la negano sono, nei tuoi ricordi di ragazzina, creature notturne mostruose che popolano gli ospedali. E purtroppo sono anche in costante aumento (almeno il 64% tra i ginecologi-ostetrici).
Probabilmente a 17 anni non sai nemmeno che chiedere la pillola del giorno dopo è tra i tuoi diritti e che qualsiasi ospedale ha il dovere di fornirti questo servizio.
Quando vedo 17 ragazze non mi viene neanche in mente che le ragazze italiane possano voler imitare le protagoniste del film. Mi sembra assurda solo l’idea. Piuttosto mi chiedo il contrario, il motivo per cui neanche a 30 anni vogliamo fare figli.
Quando esce la pillola dei cinque giorni dopo mi chiedo perché siamo l’ultimo paese ad introdurla sul mercato.
E mi chiedo anche perché un servizio che dovrebbe essere garantito dallo Stato, come l’interruzione di gravidanza, trovi un’attuazione cosi faticosa nei nostri ospedali.
È paradossale che qualsiasi cosa tu decida di fare in quanto donna, che tu voglia proseguire la gravidanza o meno (a prescindere poi dall’età e da tutte le questioni personali della tua vita), tu ti debba scontrare con un modello sociale che ti rende difficile tutto, quasi impossibile.
Allora in questa luce acquista un senso simbolico quello che gli psicologi chiamano “negazione di gravidanza”.
Il corrispettivo italiano del film, la nostra resistenza adolescenziale è la negazione dell’atto.
Come nella storia che racconta Drusilla nell’intervista sulla ragazza di 17 anni che non si “accorge” di essere all’ottavo mese di gravidanza.
Forse l’atto silenzioso, il più folle di tutti, è quello più rappresentativo del nostro disagio.
In Italia a 17 anni non si può essere seri, ma non si sogna neanche.