Un uomo di 60 anni, uno di 62 e uno di 49 anni, che non lavorava da due anni, trovati morti. Il primo, scoperto nel parco delle Groane, ha lasciato un biglietto per spiegare che non era in grado di pagare i debiti, il secondo a giugno avrebbe dovuto lasciare l'appartamento dove viveva. Il terzo si è sparato
Sei suicidi in due giorni. Non si ferma lo stillicidio di morti per crisi. Tre gli episodi oggi dopo i tre casi di ieri. Uno nel milanese e due nel salernitano.
Un imprenditore di 60 anni, titolare di un’azienda in crisi si è impiccato a Cesate, in provincia di Milano. A trovare il cadavere alle 17.30 nei boschi del parco delle Groane sono stati dei passanti che hanno allertato i carabinieri della compagnia di Rho. L’uomo ha lasciato un biglietto in cui ha motivato il suo gesto con la difficoltà a pagare i debiti.
Un 49enne, Generoso Armenante, originario di Vietri sul Mare si è impiccato in un capannone industriale, alla periferia di Salerno. Aveva perso il lavoro due anni fa in un’azienda dove faceva il custode. Non aveva lasciato ancora la foresteria in cui viveva, ma a giugno avrebbe dovuto lasciare l’alloggio; nel pomeriggio è andato nel retrobottega e si è impiccato. Sul posto gli agenti della sezione volanti diretti da Rossana Trimarco. L’uomo ha lasciato un biglietto chiedendo scusa per il suo gesto. Sposato e padre di due figli, era molto preoccupato per il suo futuro. Quando sul posto sono giunti soccorritori, purtroppo, non c’era più nulla da fare. E’ stata la figlia a trovare il corpo senza vita del padre e a chiamare la polizia. “Da un mese e mezzo – racconta la sorella – mio fratello non riusciva a pagare una bolletta dell’energia e viveva in questa casa senza corrente”. Licenziato dai vecchi titolari che avevano ceduto il cash 6 carry a una nuova società, Armenante aveva avuto assicurazioni che sarebbe stato riassunto. “Ci ha creduto fino alla fine – continua – nella promessa di un lavoro, ma il contratto non è mai arrivato”.
Sempre nel salernitano, a San Valentino Torio, Angelo Coppola, operaio edile di 62anni, dal Natale scorso senza lavoro, si è ucciso con una fucilata al petto nella sua abitazione dove viveva con la moglie e i figli. Accanto al corpo dell’uomo è stato rinvenuto un biglietto su cui c’era scritto: “Senza lavoro non si può vivere”. L’operaio era disoccupato dal dicembre scorso quando la ditta per la quale lavorava, non avendo più commesse, era stata costretta a rinunciare alle sue prestazioni.
Ieri a togliersi la vita sono stati in tre: un commerciante di 48 anni è stato trovato impiccato a Bologna nel retrobottega del suo negozio e da quanto emerge dai primi accertamenti della polizia aveva pendenze con Equitalia. Il secondo era il proprietario di un’agenzia immobiliare, che si è tolto la vita impiccandosi in un parco nel pieno centro di Vicenza. L’imprenditore, di 52 anni, stava attraversando un periodo di difficoltà anche di natura economica, con un debito verso le banche di circa 7mila euro. Infine a Frosinone, un imprenditore si è suicidato sparandosi con il suo fucile. L’uomo, 63 anni, titolare di un’azienda di pneumatici, avrebbe deciso di farla finita in seguito a problemi personali.