Corteo contro l'esecutivo. Il leader Uil Angeletti: "Manifestiamo per rafforzare il concetto di lavoro trascurato fino a ora. Il governo deve cambiare marcia, ci auguriamo che il messaggio giunga chiaro e che il governo ne tenga conto". Camusso (Cgil): "Mai iniziativa analoga"
Manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil, senza sciopero ma di sabato pomeriggio, il 2 giugno. Lo annunciano i leader sindacali, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, in conferenza stampa congiunta. I motivi della manifestazione, ha spiegato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, sono due: uno simbolico e uno sostanziale. “La ragione simbolica – ha detto – è che il 2 giugno è la festa della Repubblica fondata sul lavoro e dunque manifestiamo per rafforzare questo concetto trascurato fino a ora. Poi c’è un aspetto sostanziale: nella crisi che stiamo vivendo la dimensione del lavoro è quella più sacrificata”.
I tre sindacati manifesteranno a Roma nel giorno della “Festa della Repubblica, perché una Repubblica fondata sul Lavoro è questa è una cosa spesso dimenticata. Pensiamo che questa manifestazione sia un chiaro sintomo della nostra opinione che il governo deve cambiare marcia, ci auguriamo che il messaggio giunga chiaro e che il governo ne tenga conto” prosegue Angeletti. “Non c’è ancora nella nostra leadership politica e soprattutto nel governo la consapevolezza di quanto sia fallimentare salvare il Paese salvando solo il pareggio di bilancio e il fiscal compact. Abbiamo già avuto – dice – un preoccupante incremento della disoccupazione; purtroppo la prospettiva è negativa anche per il 2012, quando è realistico aspettarsi che il tasso di disoccupazione torni a due cifre”, cosa che è successa, ricorda, “per l’ultima volta nel secolo passato”. Le cause di questa situazione vanno ricercate “nella crisi del debito pubblico, nelle politiche di austerità che continuano a dominare in Europa”, ma vi sono anche, continua, “cause determinate dalla politica economica portata avanti dal governo: ha cumulato riforme come quella delle pensioni e quella, promessa fin qui, del mercato del lavoro, che temiamo alla fine avrà un impatto tutt’altro che positivo sulle persone che lavorano. Ma soprattutto la causa va ricercata nella politica fiscale che ha continuato a colpire il lavoro dipendente. E’ realistico aspettarsi che il tasso di disoccupazione torni a due cifre già nel 2012. L’ultima volta è stato nel secolo passato”.
”Nella storia di questo Paese non esiste una iniziativa analoga, non si è mai scelto il 2 giugno per una manifestazione sindacale per chiedere al governo di cambiare politica economica” dice il segretario della Cgil Susanna Camusso. Per lavoratori e pensionati, avverte, “il punto di rottura è molto vicino e prima che si arrivi a un punto di non ritorno è auspicabile e rivendicabile che il governo cambi la politica economica”.
“La manifestazione – sottolinea il leader della Cisl Raffaele Bonanni – ha l’obiettivo di cambiare la politica economica” e in modo particolare, quello di “garantire assolutamente una sterzata sulla vicenda fiscale non solo perché rappresenta il segno maggiore di ingiustizia nel nostro Paese, dove chi ha di più paga di meno e chi ha di meno paga di più, ma perché il tipo di tassazione che si applica ha una valenza economica straordinaria”. Infatti “da parte di tutti gli altri stati la leva fiscale viene usata proprio al contrario: le economie asfittiche, infatti, vanno stimolate con i consumi e stipendi più bassi e tasse molto alte di certo non aiutano”. Sempre a proposito di fisco, il leader della Cisl se la prende con l’Imu: “I sindacati hanno chiesto una patrimoniale per i ricchi e si sono ritrovati una patrimoniale per i poveri”. E a quest’ultimo riguardo Bonanni si dice “molto vicino ai tanti sindaci che stanno pensando di rivedere l’Imu con l’obiettivo di non appesantire chi possiede una sola casa”. Meno tasse, dunque, ristrutturazione del debito pubblico ma anche, suggerisce Bonanni, taglio dei costi della politica nella ricetta contro la crisi. Senza dimenticare la vendita del patrimonio pubblico perchè, conclude, “occorre smobilizzare tutto ciò che è smobilizzabile, vendere le cose anzichè le persone”.