L'imprenditore inglese, che ha creato l'omonima società antivirus, vive nel paese centroamericano. All'origine del fatto, ha spiegato, ci sarebbe il rifiuto di pagare una tangente a un politico locale. Nella sua ricostruzione, l'operazione aveva i caratteri della ritorsione
Ammanettato per 14 ore senza acqua né cibo in seguito a un’irruzione dei reparti speciali nei suoi laboratori in Belize. La vittima è John McAfee, 66 anni e fondatore della celebre società antivirus, da qualche anno impegnato in una nuova attività legata allo sviluppo di antibiotici naturali stabilendo la sua sede a Orange Walk Town, nel Paese centroamericano.
Secondo quanto riferito dallo stesso McAfee a Channel 5 Belize, il raid della Gang Suppression Unit, le teste di cuoio locali, è avvenuto all’alba del 2 maggio. Una trentina di agenti equipaggiati con armi automatiche hanno bloccato l’imprenditore inglese, la sua fidanzata diciassettenne e alcuni dipendenti del laboratorio di ricerca nel corso di una perquisizione giustificata con la necessità di verificare eventuali attività illegali. Il conseguente arresto, giustificato con la presenza di un’arma da fuoco sprovvista di permesso, si è risolto solo grazie all’intervento delle autorità diplomatiche americane e l’esibizione dei documenti che dimostravano la liceità della detenzione.
All’origine della brutta avventura, secondo McAfee, ci sarebbe il rifiuto di pagare una tangente a un politico locale. Nella sua ricostruzione, l’operazione delle autorità del Belize avrebbero tutti i caratteri della ritorsione, a partire dalle modalità della perquisizione: “Hanno sfondato le porte del laboratorio, nessuna delle quali era chiusa e ucciso il mio cane a sangue freddo, un avvertimento per farci capire che facevano sul serio”.
John McAfee è sbarcato in Belize dopo la vendita della sua società antivirus e un periodo in cui si è dedicato all’insegnamento dello yoga, una delle sue passioni. Nel febbraio del 2010 ha fondato QuorumEx, il laboratorio di ricerca che abbina le moderne tecnologie medicali all’utilizzo della flora tropicale. La scelta del paese centroamericano, paradiso fiscale che l’ex analista informatico ha scelto nel 2010 come sede per la sua nuova impresa, si è rivelata però un’arma a doppio taglio. Dopo la brutta avventura che lo ha visto protagonista, il suo giudizio sul Belize è decisamente poco entusiasta: “Questa è chiaramente una dittatura militare in cui è consentito perseguitare i cittadini sulla base di voci infondate e trattarli come criminali prima di avere qualsiasi prova”.