Se ne va dopo una lunga malattia l'autore de L'ora del ritorno e I segni sulla pelle. Politico appassionato, grande intellettuale e pedagogo, ha saputo raccontare a teatro il valore della letteratura italiana e internazionale con le rassegne La Parola Immaginata, Raccontando e Ritagli di tempo. I funerali si terranno giovedì a Bologna
Nel piccolo teatro Itc di San Lazzaro di Savena dal 1998, dopo un’apparizione radiofonica lo spettacolo di Tassinari è andato in scena con l’inedita formula dell’incontro con lo scrittore, più accompagnamento musicale, proiezione di fotografie sullo sfondo e brani tratti dal libro recitati da un attore. Nulla di trascendentale, se non fosse che i reading della Parola Immaginata, ogni sera condotti e “interpretati” da Tassinari sono diventate subito serate “calde”, intense, imperdibili. Oltre a trasformarsi in autentici happening zeppi di gente, tanto che in alcuni casi ai posti dell’Itc sono stati aggiunti i padiglioni del confinante Palasport.
A elencare gli scrittori che Tassinari ha portato a Bologna ci vorrebbero ore: dai Wu Ming a David Peace, da Assia Djebar a Silvia Ballestra, da Tim Parks a Cristoph Hein, da Carlo Lucarelli a Sandro Veronesi. Come per i musicisti (Paolo Fresu e Tete de Bois su tutti) e gli attori (Marco Baliani, Leo Gullotta, Giuseppe Cederna…) che si sono susseguiti ad accompagnare una formula di intrattenimento teatrale subito trasformatasi in un appuntamento culturale autentico e totalizzante.
Perché grazie alla passione e al sapere di Tassinari a teatro s’imparava ad amare la letteratura, ad assaporarne la metrica e le singole parole, a capirne gli autori fino in fondo, senza troppi infingimenti da paludati talk show televisivi.
Non pago, Tassinari, di fronte alla crisi economica e alle istituzioni locali che non hanno saputo cogliere il valore della sua arte e del suo intelletto tagliando lentamente ogni più piccolo finanziamento, ha continuato a inventarsi kermesse teatrali una più importante dell’altra a costo zero, forte di un consenso e di un amore del suo pubblico davvero sinceri.
Ecco allora Ritagli di tempo (focus su singoli anni passati – 196, ’69, ’70, ’71 – con protagonisti, brani letterari, musicali e filmati dell’epoca) dove il reading torna ad essere materia storica viva; Raccontando dove i grandi della letteratura italiana come Italo Calvino, Elsa Morante e Dino Buzzati sono finiti sotto la sua lente d’ingrandimento, diventando epica storica letteraria del dopoguerra. Infine Agli angeli ribelli, un toccante testo sul ’77 bolognese avviluppato come un ricordo doloroso e dovuto attorno alla morte di Francesco Lorusso.
Perché Stefano Tassinari instancabile lo è stato fino all’ultima ora anche nel suo impegno politico di sinistra. Una sinistra come la voleva lui: ben poco di palazzo, ma tanto di pancia, moralmente onesta, ancora a spendersi tra mille rigurgiti reazionari per un’ideale di giustizia sociale ed economica.
Anche per questo Tassinari mancherà a Bologna e alla sua Ferrara. Uomo vero, non avvezzo ai compromessi, sempre in prima linea ad insegnare, come un novello Rossellini l’immenso patrimonio culturale che il nostro paese continua a trascurare e spazzare sotto il tappeto. Gliene parlammo poco tempo fa, sulle poltroncine dell’Itc, prima della millesima replica di Kohlhaas del suo amico Marco Baliani (Tassinari dirigeva la rivista Letteraria e tra i collaboratori aveva anche il drammaturgo laziale, n.d.r.). A Bologna ci vorrebbe un teatro, una sala esclusivamente per i reading letterari. Tassinari l’avrebbe voluta, magari battendo una nuova strada, continuando a trasformare questa nuova forma teatrale dove sperimentare la trasmissione del sapere.
Ora che Tassinari non c’è più, e che ci mancherà moltissimo, qualcuno si ricordi di lui e gli regali uno spazio e un luogo dove le sue parole e il suo intelletto si possano continuare ad ascoltare nei decenni a venire.