La richiesta di mettere ai domiciliari il socio di Valter Lavitola è arrivata dai pm di Napoli che indagano sui fondi a L'Avanti. Il partito berlusconiano vota no, ma ammette: "Non c'è fumus persecutionis". Via libera alle perquisizioni dei container
Sì agli arresti domiciliari per il senatore Sergio De Gregorio. Lo ha deciso la Giunta delle immunità di Palazzo Madama con 11 sì contro 10 no, in risposta alla richiesta dai pubblici ministeri di Napoli nell’ambito dell’inchiesta sui contributi pubblici al quotidiano l’Avanti!, di proprietà del giornalista-imprenditore Valter Lavitola, socio del senatore del Pdl nella gestione del giornale.
Hanno votato a favore Pd, Idv e Lega, contrario il Pdl, assente il Terzo Polo, che non ha ancora sostituito in giunta il senatore Luigi Lusi, indagato per lo scandalo dei fondi della Margherita. Sì, all’unanimità, alla perquisizione dei container di pertinenza del senatore, fermi nel porto di Napoli.
Il Pdl ha detto no all’arresto pur sostenendo l’assenza di ‘fumus persecutionis’ da parte dei magistrati inquirenti. Il relatore Francesco Sanna (Pd) ha spiegato che già dalla prossima settimana la sua relazione sarà pronta, a disposizione dell’aula. Dovrà comunque essere la conferenza dei capigruppo a stabilire il giorno della seduta dell’assemblea a cui spetta l’ultima parola sulla libertà personale di De Gregorio.