Dopo l’apertura di Mario Monti di una settimana fa a trattare con la Svizzera per tassare i capitali nascosti dagli evasori italiani nei forzieri di Lugano e Ginevra, il dipartimento federale delle Finanze elvetico e il ministero dell’Economia italiano hanno annunciato che a breve si terrà un incontro di lavoro tra la presidente della confederazione Svizzera Eveline Widmer-Schlumpf e il presidente del consiglio dei Ministri Monti. E’ venuto a mancare il principale ostacolo: Al Canton Ticino – che aveva sospeso unilateralmente il trattato che prevede di trasferire risorse ai Comuni di frontiera i cui cittadini lavorano e pagano le tasse in Svizzera ma consumano servizi pubblici italiani – è stato infatti ordinato di procedere con l’ordine di pagamento in favore dell’Italia.
La notizia è contenuta in un comunicato sul sito del governo svizzero: “In occasione di un colloquio tenutosi in data odierna, il segretario di stato Michael Ambuhl, capo della segreteria di stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), e l’ambasciatore Carlo Baldocci, consigliere diplomatico del ministero dell’Economia e delle Finanze italiano, hanno affrontato diversi temi finanziari e fiscali. Anche alla luce dei recenti sviluppi a livello di Unione Europea, si è discusso del modello di convenzione sulla regolarizzazione dei valori patrimoniali detenuti in Svizzera da contribuenti non residenti e sull’introduzione di un’imposta alla fonte sui futuri redditi da capitale”.
Le discussioni hanno riguardato tra l’altro l’accesso ai mercati finanziari, le black list esistenti, la revisione della convenzione bilaterale per evitare le doppie imposizioni (anche con riferimento allo scambio d’informazioni) e l’accordo relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri. Le parti -si legge nel comunicato- hanno convenuto l’istituzione di un gruppo di pilotaggio che lavori per risolvere le questioni pendenti menzionate e che si riunirà per la prima volta il 24 maggio 2012.