Sul Progetto “Alta Velocità” Torino-Lione (uso le virgolette, perché vedremo che è una definizione impropria), il Governo ha recentemente emesso un documento in risposta a quello diffuso dai tecnici della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone (CMVSS).
Pare quindi che, obtorto collo, il Governo stia entrando nell’ottica di considerare le tantissime obiezioni che da anni vengono sollevate. Non ancora del tutto, però, dato che gli inviti all’importante Convegno svoltosi al Politecnico di Torino su “TAV Torino-Lione. Quali opportunità e criticità?” ad esponenti del Governo sono andati deserti, salvo poi lamentarsi da parte di questi ultimi che il Convegno risultasse “sbilanciato”. Le molte presentazioni e video degli interventi sono tutte disponibili sul sito.
La CMVSS considera il documento del Governo estremamente debole e discutibile, e sta approntando una risposta che non sia “Punto per punto”, ma che ne metta in evidenza i vizi di fondo. Qui mi limiterò a far leggere alcune risposte ad alcune domande, quelle che più mi competono, aggiungendo dei commenti che forse sono superflui dato che le risposte si commentano da sole.
Dice la CMVSS sulle emissioni di CO2:
“Nel documento governativo si afferma che «in base ad uno studio specifico sul “bilancio carbonio” del progetto a vita intera si stima che a regime la riduzione annuale di emissioni di gas serra sia pari a 3 milioni di Teq Co2 (…)». Si rileva immediatamente che in base all’affermazione del governo una riduzione di 3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 nella sola tratta Torino-Lione corrisponderebbe mediamente al risparmio pari a circa lo 0.6% dei consumi italiani di energia. Tale risparmio (…) appare difficilmente credibile.”
Il Governo risponde:
“I tre milioni di tonnellate equivalenti di CO2 non riguardano la sola tratta Torino-Lione, ma rappresentano l’insieme dei benefici prodotti complessivamente sulle direttrici Origine/destinazione interessate dal progetto. La quantità viene raggiunta con l’ultimo orizzonte di previsione di traffico, intorno al 2055.”
Commento dello scrivente: Ah, ecco: tutta la supposta “tratta-fantasma” (Kiev?-Lisbona?) e nel 2055.
Dice la CMVSS sull’analisi del ciclo di vita:
“D’altra parte, i documenti dell’Unione Europea che propongono una riduzione delle emissioni climalteranti grazie a modalità di trasporto ferroviario passeggeri ad alta velocità [10-1, 10-3] non includono mai nelle loro stime l’energia e le materie prime spese per la realizzazione dell’infrastruttura (…). Stando alla letteratura scientifica basata su Analisi del Ciclo di Vita delle infrastrutture (LCA), questa energia indiretta può essere (per unità di servizio reso) anche molto superiore all’energia diretta di esercizio, e dunque va inclusa nei calcoli in maniera trasparente, come mostrato dalle analisi sulla tratta AV Milano-Napoli [10-4, 10-5] e dagli studi dell’Università della California che evidenziano come per la modalità ferroviaria la quota di emissioni ed energia indiretta possa contribuire per un 155% aggiuntivo all’energia di esercizio [10-6]. Anche il rapporto dello Swedish National Road and Transport Research Institute [10- 7] e il lavoro del Royal Institute of Technology di Stoccolma [10-8] concludono che le infrastrutture ad alta velocità non sono energeticamente e ambientalmente più convenienti rispetto ad altre modalità, soprattutto allorché comportano la costruzione di lunghi tratti in galleria.”
[10-1] – [10-8] sono tutte referenze a documenti dell’Unione Europea, oppure a riviste e studi internazionali del settore, reperibili nel documento originario
Il Governo risponde:
“1) La tratta Torino-Lione non è ad alta velocità, quindi non è paragonabile alla Milano-Napoli
2) Sull’applicazione dei modelli di analisi LCA vi sono dubbi, come ad esempio sostiene il dott. Filippo Zuliani nel suo blog: http://www.ilpost.it/filippozuliani/2011/07/01/i-numeri-della-tav”
Commento dello scrivente: Ah ecco, non è un’alta velocità. Occorrerebbe però citare qualche referenza scientifica, in un documento Governativo, in contrapposizione a 8 riferimenti scientifici, e non quanto un singolo, pur magari persona degnissima, scrive sul suo blog. Se no, la prossima volta, passiamo direttamente ai post di Facebook.
Dice la CMVSS sui danni ambientali:
“Affermazioni categoriche quali quelle contenute nel documento governativo sul fatto che «il progetto non genera danni ambientali diretti e indiretti» e che «l’impatto sociale sarebbe assolutamente sostenibile» si commenterebbero da sole, se non fosse che le risposte oltre ad essere surreali dal punto di vista tecnico sono molto scorrette”
Risponde il Governo:
“Si ribadisce che il progetto non genera danni ambientali diretti e indiretti. Il danno ambientale è infatti “qualunque fatto doloso o colposo in violazione di disposizioni di legge, che comprometta l’ambiente, ad esso arrecante un danno alterandolo, deteriorandolo o distruggendolo tutto o in parte”. La CMVSS ha commesso l’errore di non capire la differenza fra impatto ambientale e danno ambientale.
Commento dello scrivente: No comment.
Dice la CMVSS sull’amianto:
“Nel documento governativo e nel progetto preliminare della tratta italo-francese elaborato da LTF il problema dell’amianto è stato minimizzato: si ammette «la presenza di amianto solo per i primi 400/500 metri. (…) Per lo scavo del tunnel si definisce come “tenore molto basso” un tenore sotto il 5% delle rocce potenzialmente riscontrabili durante lo scavo, mentre il limite di legge parla di 0.1%. Si ricorda che l’impiego dell’amianto è fuori legge in Italia dal 1992. La legge è chiara al riguardo (…)”
Risponde il Governo:
“Il problema amianto non è stato trascurato. (….) Per la protezione dell’ambiente di lavoro saranno attuate procedure speciali con barriere di acqua nebulizzata, sistemi di decontaminazione dei mezzi, ambiente di lavoro confinato, filtraggio assoluto aria ed acque reflue, inertizzazione del marino e sua gestione come “rifiuto pericoloso”, deposito sotterraneo (es. galleria di Cesana) o confinamento in contenitori sigillati e invio in discarica speciale o impianto di trattamento. Per la propria protezione il personale addetto dovrà indossare tute e maschere speciali.
Per quanto riguarda il riferimento alla legge, essa parla dell’amianto in quanto materia prima per produzione e commercio e non di quello che si estrae durante la realizzazione di scavi e gallerie.”
Commento dello scrivente: Appare che il problema amianto, dalle precauzioni che il progetto prevede, possa definirsi, appunto, un grossissimo problema. Sulla distinzione formale a livello legislativo fra amianto che si estrae per commerciarlo e amianto che si estrae per scavare gallerie: no comment.
Una risposta articolata verrà diffusa, come detto, fra breve. Alcuni tecnici del nostro gruppo però, di fronte al tenore di questi documenti, sarebbero dell’opinione che forse i documenti governativi stessi siano la miglior critica possibile alla realizzazione dell’opera.