Duemila professionisti ‘controllati’, 735 attività già concluse e quasi 200 milioni di euro di incassi evasi: è il bilancio dei controlli effettuati dalla Guardia di Finanza nei primi quattro mesi dell’anno in corso e che hanno portato alla scoperta di 190 milioni di euro di compensi sottratti al fisco e 32 milioni di Iva evasa. Tra le categorie passate al setaccio, avvocati, notai, commercialisti, medici, architetti e ingegneri.

Dopo i controlli agli agriturismi e ai centri benessere, quindi, ora è dunque la volta di tutte le categorie professionali. Sotto la lente delle Fiamme Gialle sono finite le posizioni di quei professionisti ritenute “fiscalmente pericolose”, cioè più a rischio di evasione, individuate dopo l’analisi, l’approfondimento e l’incrocio di informazioni ricavate dall’azione di intelligence, dal controllo economico del territorio, dalle banche dati e dai lavori a progetto del Nucleo Speciale Entrate della Gdf.

Ed è un vero e proprio “tesoretto” quello scoperto dalle Fiamme Gialle. Tra i casi più eclatanti, quelli di un avvocato e di un commercialista scoperti dai finanzieri di Brescia che avevano nascosto al Fisco compensi per oltre 1 milione di euro ciascuno. Diversa la vicenda che ha riguardato un altro avvocato della provincia di Chieti, che ha convinto i clienti ad investire i propri risparmi in acquisti di immobili in aste giudiziali la cui successiva rivendita avrebbe dovuto fruttare guadagni dal 5 al 20 per cento. I soldi però – in tutto, 7 milioni di euro – una volta intascati dall’avvocato finivano direttamente nei suoi conti bancari, o in quelli intestati al nipote, che per questo è accusato di riciclaggio.

Curioso l’episodio capitato ai finanzieri di Cremona durante un controllo a un revisore contabile. Le Fiamme Gialle gli hanno trovato documenti definiti “compromettenti, prove schiaccianti dell’evasione fiscale”. Il professionista, convinto di non essere notato, ha cercato di riprenderseli, frugando direttamente nella valigetta dei finanzieri dove la contabilità “parallela” era stata riposta. Un azzardo che gli è costato una denuncia per violazione della pubblica custodia di cose.

Si sarebbe appropriato invece delle somme che gli erano state affidate dagli inquilini, un amministratore di condominio individuato dalla Gdf di Bologna: 276mila euro in tutto, cui si aggiungono compensi non dichiarati per oltre 400mila euro. Sempre in Emilia Romagna, stavolta a Modena, i finanzieri hanno scoperto che un avvocato, oltre a non dichiarare ricavi per circa un milione di euro, aveva anche “dimenticato” di adempiere agli obblighi previsti dalla legge antiriciclaggio, cioè di istituire l’Archivio informatico e di identificare la clientela.

Solo 10 euro di ricavi: è questa la cifra dichiarata al Fisco da un medico pizzicato dalle Fiamme Gialle di Terni a bordo di una grossa Mercedes da 65mila euro. Ed è stato proprio il troppo lusso ad incastrarlo: i finanzieri gli hanno ricostruito oltre 320 mila euro di ricavi sottratti alle casse dello Stato. Superano infine il milione di euro i compensi non dichiarati da un notaio (1,4 milioni di euro), da un ingegnere (1,3 milioni di euro) e da un architetto (1,1 milioni di euro) scoperti rispettivamente dalla GdF di Napoli, Caserta e Ascoli Piceno.

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