Accuse di censura, dimissioni pesanti, redazioni in subbuglio, ascolti a picco e ‘spiegazioni urgenti’ da dare al capo: a neanche tre anni dalla nomina, non sembra più tanto comoda la poltrona di Antonio Preziosi alla guida di Rai Radio1. Lo dicono i fatti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata lunedì scorso, quando sul tavolo del direttore generale Lorenza Lei sono arrivate le dimissioni del vicedirettore del Gr1 Vito Cioce. Ma che le cose a Rai Radio 1 non andassero per il verso giusto era palese sin dalla fine dello scorso anno. In pochi mesi, infatti, c’erano state due defezioni di peso: quella del caporedattore della redazione cronaca, Mario Vitanza, e quella di Angela Mariella, caporedattore di Prima di Tutto, programma che ‘apre’ il palinsesto quotidiano. Entrambe, del resto, per ‘divergenza’ di vedute con il direttore Preziosi. Se a ciò si aggiunge lo stato di agitazione proclamato dal comitato di redazione del Giornale Radio sei giorni fa e, soprattutto, i dati emersi da un’indagine dell’Istituto Piepoli (Radio 1 Rai quinta emittente più ascoltata d’Italia), lo stato di salute di quella che fino a prova contraria dovrebbe essere la prima radio del Paese è quantomeno dubbio.
CENSURE VATICANE?
La controprova è arrivata nel cda tenutosi oggi a Viale Mazzini, durante il quale il consigliere d’amministrazione Giorgio Van Straten ha riferito i motivi delle dimissioni presentate da Vito Cioce, peraltro considerato ‘vicino’ ad Antonio Preziosi. Il passo indietro dell’ex vicedirettore sarebbe la conseguenza di una censura subìta ad opera del direttore. Motivo del contendere un’intervista a monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale italiana. Il 6 maggio scorso, Cioce aveva previsto l’intervento del prelato nell’edizione mattutina: il suo parere sarebbe stato un pezzo d’appoggio a quello di cronaca sull’escalation di suicidi che si sta verificando in Italia a causa della crisi economica. L’idea, però, a Preziosi non è piaciuta: ha telefonato al vicedirettore e ha ordinato la rimozione dell’intervista da tutti i Gr, motivando la decisione con il fatto che non si sarebbe fatto un buon servizio al Vaticano facendo commentare a un ‘vescovo controverso’ un argomento delicato. Cioce si è sentito desautorato e si è dimesso. I retroscenisti, però, dicono altro. E cioè: Preziosi sarebbe molto vicino alla linea politica del cardinale Tarcisio Bertone, mentre Bregantini, rivestendo un ruolo importante nella Cei, sarebbe fedele al cardinale Angelo Bagnasco. Che Bertone e Bagnasco non si amino, poi, è il segreto di Pulcinella.
VERNA: “DUE FATTI, UNA CRISI”
“Chiaramente ci sono due versioni contrastanti” ha detto al fattoquotidiano.it il segretario dell’Usigrai Carlo Verna. “Per Cioce è stata una censura, per Preziosi un normale intervento editoriale – ha spiegato il segretario – Il direttore mi ha assicurato che lui non voleva commenti sulla questione suicidi, ma solo pezzi di cronaca. E se commenti ci dovevano essere, questi dovevano arrivare da laici e non da ambienti religiosi perché lui è considerato da sempre vicino al Vaticano e non voleva alimentare queste voci”. A prescindere dalle motivazioni fornite da Preziosi, secondo Carlo Verna è impossibile non notare i problemi ai vertici di Rai Radio 1. “Indagheremo per capire se c’è stata censura o meno – ha detto – , per ora mi limito a sottolineare due fatti certi: la crisi all’interno della direzione di Rai Radio 1 dopo le dimissioni di un vicedirettore e la presenza di un’intervista realizzata e mai mandata in onda. Con il passo indietro di Cioce si è messa in moto una macchina: farà il suo corso e capiremo cosa è accaduto”.
LA QUESTIONE IN CDA E I DATI DELL’ISTITUTO PIEPOLI
In attesa degli sviluppi sindacali, la questione oggi è approdata al consiglio d’amministrazione di viale Mazzini. A tirarla in ballo è stato il consigliere in quota Pd Giorgio Van Straten, che ha sottolineato la gravità delle accuse di Cioce in merito alla gestione sia del giornale radio che di Radio1. Van Straten, inoltre, ha sottolineato come le questioni denunciate da Cioce (che lamenta anche la mancata assegnazione delle deleghe ai vicedirettori, la mancanza di autonomia decisionale e la difficoltà di comunicazione col direttore) arrivino in un periodo non buono per Rai Radio 1 in termini di ascolti. Chiaro il riferimento alla rilevazione dell’Istituto Piepoli che, intervistando telefonicamente un campione di seimila cittadini tra febbraio e marzo 2012, ha stilato una classifica amarissima per l’emittente di Saxa Rubra. Secondo l’indagine, infatti, la radio più ascoltata d’Italia è RTL 102.5, seguita da Radio Deejay e Radio 105. Quarta RDS e solo quinta RadioUno. Un’onta: non era mai capitato che la prima emittente di viale Mazzini non fosse la radio più seguita dagli italiani. I rilievi di Van Straten (ripresi anche da altri consiglieri) hanno lasciato il segno. Lorenza Lei, infatti, si è impegnata a riferire la prossima settimana in cda sul caso Cioce-Preziosi, con quest’ultimo che dovrà presentare quanto prima sul tavolo del dg una relazione urgente per spiegare l’accaduto e le questioni poste dal suo ex vicedirettore.
SUBBUGLIO IN REDAZIONE
Il caso Rai Radio1, però, non è considerato un problema solo ai piani alti di Viale Mazzini. Nei corridoi di Saxa Rubra, infatti, si è già passati dalle parole ai fatti. Il 4 maggio l’assembla di redazione del Gr, “preoccupata per l’immobilismo della direzione, che rimanda decisioni e rilancio del prodotto”, ha dichiarato lo stato di agitazione, denunciando “una situazione particolarmente grave” in riferimento alle “mancate risposte ai problemi sollevati nei mesi scorsi”, al “blocco di molte trasferte”, alla “scarsa attenzione alla qualità delle trasmissioni di Radio1 e dei Gr” e alle “mancate informazioni sul palinsesto estivo e sulle forze lavorative (sostituzioni)”. Al contempo, il cdr ha invitato Antonio Preziosi a partecipare alla prossima assemblea “per fornire risposte concrete”. Tutto questo, come detto, il 4 maggio. Dopo il caso di presunta censura, però, la situazione è ulteriormente peggiorata. Due i fatti nuovi di oggi: le dimissioni dal cdr di Americo Mancini e la lettera che molti redattori (tra cui quelli della redazione Vaticano, che parlano senza mezzi termini di censura a Bregantini e di “ostacoli a personalità di spicco del mondo cattolico”) hanno scritto al comitato di redazione per chiedere di risolvere il prima possibile l’impasse. E ieri, come se non bastasse, i giornali radio sono andati in onda in edizione ridotta per lo sciopero dei tecnici. Insomma, se due indizi fanno una prova, la teoria è semplice: Antonio Preziosi e la sua squadra non sono più sulla stessa linea d’onda. E gli ascoltatori, migrando su altre emittenti, dimostrano di averlo notato.
di Eleonora Lavaggi
Media & Regime
Dopo una censura pro Vaticano si dimette vicedirettore di Radio Uno
Il passo indietro di Vito Cioce dopo che Antonio Preziosi ha eliminato dalla scaletta l'intervista di monsignor Bregantini sui suicidi. Il caso oggi in cda a viale Mazzini, dove si è discusso anche del cattivo andamento degli ascolti. A Saxa Rubra, intanto, è subbuglio nelle redazioni. Via anche un membro del cdr
Accuse di censura, dimissioni pesanti, redazioni in subbuglio, ascolti a picco e ‘spiegazioni urgenti’ da dare al capo: a neanche tre anni dalla nomina, non sembra più tanto comoda la poltrona di Antonio Preziosi alla guida di Rai Radio1. Lo dicono i fatti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è arrivata lunedì scorso, quando sul tavolo del direttore generale Lorenza Lei sono arrivate le dimissioni del vicedirettore del Gr1 Vito Cioce. Ma che le cose a Rai Radio 1 non andassero per il verso giusto era palese sin dalla fine dello scorso anno. In pochi mesi, infatti, c’erano state due defezioni di peso: quella del caporedattore della redazione cronaca, Mario Vitanza, e quella di Angela Mariella, caporedattore di Prima di Tutto, programma che ‘apre’ il palinsesto quotidiano. Entrambe, del resto, per ‘divergenza’ di vedute con il direttore Preziosi. Se a ciò si aggiunge lo stato di agitazione proclamato dal comitato di redazione del Giornale Radio sei giorni fa e, soprattutto, i dati emersi da un’indagine dell’Istituto Piepoli (Radio 1 Rai quinta emittente più ascoltata d’Italia), lo stato di salute di quella che fino a prova contraria dovrebbe essere la prima radio del Paese è quantomeno dubbio.
CENSURE VATICANE?
La controprova è arrivata nel cda tenutosi oggi a Viale Mazzini, durante il quale il consigliere d’amministrazione Giorgio Van Straten ha riferito i motivi delle dimissioni presentate da Vito Cioce, peraltro considerato ‘vicino’ ad Antonio Preziosi. Il passo indietro dell’ex vicedirettore sarebbe la conseguenza di una censura subìta ad opera del direttore. Motivo del contendere un’intervista a monsignor Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Bojano e presidente della Commissione lavoro, giustizia e pace della Conferenza episcopale italiana. Il 6 maggio scorso, Cioce aveva previsto l’intervento del prelato nell’edizione mattutina: il suo parere sarebbe stato un pezzo d’appoggio a quello di cronaca sull’escalation di suicidi che si sta verificando in Italia a causa della crisi economica. L’idea, però, a Preziosi non è piaciuta: ha telefonato al vicedirettore e ha ordinato la rimozione dell’intervista da tutti i Gr, motivando la decisione con il fatto che non si sarebbe fatto un buon servizio al Vaticano facendo commentare a un ‘vescovo controverso’ un argomento delicato. Cioce si è sentito desautorato e si è dimesso. I retroscenisti, però, dicono altro. E cioè: Preziosi sarebbe molto vicino alla linea politica del cardinale Tarcisio Bertone, mentre Bregantini, rivestendo un ruolo importante nella Cei, sarebbe fedele al cardinale Angelo Bagnasco. Che Bertone e Bagnasco non si amino, poi, è il segreto di Pulcinella.
VERNA: “DUE FATTI, UNA CRISI”
“Chiaramente ci sono due versioni contrastanti” ha detto al fattoquotidiano.it il segretario dell’Usigrai Carlo Verna. “Per Cioce è stata una censura, per Preziosi un normale intervento editoriale – ha spiegato il segretario – Il direttore mi ha assicurato che lui non voleva commenti sulla questione suicidi, ma solo pezzi di cronaca. E se commenti ci dovevano essere, questi dovevano arrivare da laici e non da ambienti religiosi perché lui è considerato da sempre vicino al Vaticano e non voleva alimentare queste voci”. A prescindere dalle motivazioni fornite da Preziosi, secondo Carlo Verna è impossibile non notare i problemi ai vertici di Rai Radio 1. “Indagheremo per capire se c’è stata censura o meno – ha detto – , per ora mi limito a sottolineare due fatti certi: la crisi all’interno della direzione di Rai Radio 1 dopo le dimissioni di un vicedirettore e la presenza di un’intervista realizzata e mai mandata in onda. Con il passo indietro di Cioce si è messa in moto una macchina: farà il suo corso e capiremo cosa è accaduto”.
LA QUESTIONE IN CDA E I DATI DELL’ISTITUTO PIEPOLI
In attesa degli sviluppi sindacali, la questione oggi è approdata al consiglio d’amministrazione di viale Mazzini. A tirarla in ballo è stato il consigliere in quota Pd Giorgio Van Straten, che ha sottolineato la gravità delle accuse di Cioce in merito alla gestione sia del giornale radio che di Radio1. Van Straten, inoltre, ha sottolineato come le questioni denunciate da Cioce (che lamenta anche la mancata assegnazione delle deleghe ai vicedirettori, la mancanza di autonomia decisionale e la difficoltà di comunicazione col direttore) arrivino in un periodo non buono per Rai Radio 1 in termini di ascolti. Chiaro il riferimento alla rilevazione dell’Istituto Piepoli che, intervistando telefonicamente un campione di seimila cittadini tra febbraio e marzo 2012, ha stilato una classifica amarissima per l’emittente di Saxa Rubra. Secondo l’indagine, infatti, la radio più ascoltata d’Italia è RTL 102.5, seguita da Radio Deejay e Radio 105. Quarta RDS e solo quinta RadioUno. Un’onta: non era mai capitato che la prima emittente di viale Mazzini non fosse la radio più seguita dagli italiani. I rilievi di Van Straten (ripresi anche da altri consiglieri) hanno lasciato il segno. Lorenza Lei, infatti, si è impegnata a riferire la prossima settimana in cda sul caso Cioce-Preziosi, con quest’ultimo che dovrà presentare quanto prima sul tavolo del dg una relazione urgente per spiegare l’accaduto e le questioni poste dal suo ex vicedirettore.
SUBBUGLIO IN REDAZIONE
Il caso Rai Radio1, però, non è considerato un problema solo ai piani alti di Viale Mazzini. Nei corridoi di Saxa Rubra, infatti, si è già passati dalle parole ai fatti. Il 4 maggio l’assembla di redazione del Gr, “preoccupata per l’immobilismo della direzione, che rimanda decisioni e rilancio del prodotto”, ha dichiarato lo stato di agitazione, denunciando “una situazione particolarmente grave” in riferimento alle “mancate risposte ai problemi sollevati nei mesi scorsi”, al “blocco di molte trasferte”, alla “scarsa attenzione alla qualità delle trasmissioni di Radio1 e dei Gr” e alle “mancate informazioni sul palinsesto estivo e sulle forze lavorative (sostituzioni)”. Al contempo, il cdr ha invitato Antonio Preziosi a partecipare alla prossima assemblea “per fornire risposte concrete”. Tutto questo, come detto, il 4 maggio. Dopo il caso di presunta censura, però, la situazione è ulteriormente peggiorata. Due i fatti nuovi di oggi: le dimissioni dal cdr di Americo Mancini e la lettera che molti redattori (tra cui quelli della redazione Vaticano, che parlano senza mezzi termini di censura a Bregantini e di “ostacoli a personalità di spicco del mondo cattolico”) hanno scritto al comitato di redazione per chiedere di risolvere il prima possibile l’impasse. E ieri, come se non bastasse, i giornali radio sono andati in onda in edizione ridotta per lo sciopero dei tecnici. Insomma, se due indizi fanno una prova, la teoria è semplice: Antonio Preziosi e la sua squadra non sono più sulla stessa linea d’onda. E gli ascoltatori, migrando su altre emittenti, dimostrano di averlo notato.
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Tremano i Campi Flegrei: nella notte scossa di 4.4. Oggi scuole chiuse. Ingv: “Niente elementi che fanno pensare a un’eruzione imminente”
Tel Aviv, 13 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano afferma di aver colpito un "centro di comando appartenente alla Jihad islamica palestinese" a Damasco. L'attacco dimostra che Israele "non permetterà che la Siria diventi una minaccia per lo Stato di Israele", ha dichiarato il ministro della Difesa israeliano Israel Katz, aggiungendo che nella lotta "al terrorismo islamico contro Israele, non sarà dispensato né Damasco né altri".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "La politica tende a minimizzare il ruolo dei clan all'interno delle comunità e della capacità che hanno di raccogliere consensi. Quindi c'è una minore consapevolezza in questa direzione. Farsi condizionare significa mettersi a disposizione" dei clan. E' il monito del Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars Antonello Cracolici conversando con i giornalisti a Catania dove oggi si è trasferita la Commissione per le audizioni. "La politica se si mette a disposizione - dice - è inevitabilmente subalterna alla criminalità".
Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.