Salario di base per i cocopro e assegno di disoccupazione. Arrivano in commissione al Senato, le proposte di modifica dei relatori del disegno di legge. Le proposte sono contenute nel pacchetto di sedici emendamenti presentati dall’ex ministro del Welfare Tiziano Treu (Pd) e di Maurizio Castro (Udc). Gli emendamenti prevdeono inoltre modifiche sulla flessibilità in entrata e restrizione dei parametri per identificare le false partite Iva.
Per i lavoratori parasubordinati, come i cosiddetti cocopro, viene inserito il principio della giusta retribuzione calcolata sulla media tra le tariffe del lavoro autonomo e dei contratti collettivi di lavoro. Gli emendamenti dei relatori prevedono poi che sia rafforzata l’attuale una tantum per una fase sperimentale che durerà 3 anni al termine della quale sarà compiuta una verifica per passare a una mini-Aspi (assicurazione sociale per l’impiego). L’esempio fatto dai relatori nell’illustrare ela modifica è quello di un collaboratore a progetto che, avendo lavorato sei mesi, percepirà nell’anno successivo circa 6 mila euro sotto forma di una-tantum.
Tra le proposte c’è anche quella che prevede che i lavoratori potrebbero partecipare agli utili e al capitale delle imprese, ed essere anche componenti dei consigli di sorveglianza, come avviene oggi in Germania. Il governo è delegato a legiferare in materia entro nove mesi con più decreti legislativi, “finalizzati a favorire le forme di coinvolgimento dei lavoratori nell’impresa, attivate attraverso la stipulazione di un contratto collettivo aziendale e individuale”. Il modello di partecipazione, come ha spiegato Treu, sarà quello europeo. Nelle società per azioni con più di 300 lavoratori, potrà essere prevista la partecipazione di rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza come membri a pieno titolo di tale organo, con gli stessi diritti e gli stessi obblighi dei membri che rappresentano gli azionisti, compreso il diritto di voto. I lavoratori dipendenti avranno un accesso privilegiato al possesso di azioni, quote del capitale dell’impresa, o diritti di opzione sulle stesse, direttamente o mediante la costituzione di fondazioni, di appositi enti in forma di società di investimento a capitale variabile, oppure di associazioni di lavoratori, i quali abbiano tra i propri scopi un utilizzo non specultaivo delle partecipazioni e l’esercizio della rappresentanza collettiva nel governo dell’impresa.
La legge dovrà prevedere “l’istituzione di organismi congiunti, paritetici o comunque misti” tra azienda e lavoratori. Tra le competenze “il controllo e la partecipazione in materie come la sicurezza, la salute, l’organizzazione del lavoro, la formazione professionale, la promozione di una situazione di pari opportunità”. Ma anche “le forme di remunerazione collegate al risultato, i servizi sociali destinati ai lavoratori e alle loro famiglie, le forme di welfare aziendale e ogni altra materia attinente alla responsabilità sociale dell’impresa”. I lavoratori parteciperanno anche al “controllo sull’andamento o su determinate scelte di gestione aziendale” attraverso la partecipazione dei loro rappresentati negli organi di sorveglianza.
C’è anche un ritocco alla norma sui licenziamenti disciplinari tra le proposte: un emendamento dei relatori cancella dal ddl lavoro il riferimento al pubblico impiego ma non interviene in sulle cosiddette “tipizzazioni” in modo da evitare di toccare in modo esplicito i poteri dei giudici. Il governo avrebbe invece presentato un emendamento che fa sì che i giudici possano stabilire il reintegro del lavoratore licenziato per motivi disciplinari illegittimi sono nelle tipizzazioni previste dai contratti. Il licenziamento intimato all’esito del procedimento disciplinare “produce effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è stato avviato, salvo l’eventuale diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennita’ sostitutiva”. La modifica, come hanno spiegato i realtori, servirebbe a evitare che finte malattie possano posticipare l’inizio della conciliazione.
Saranno considerate vere partite Iva quelle che produrranno un reddito annuo lordo superiore ai 18 mila euro. Tra le proposte dei due lavoratori c’è l’allargamento dei criteri per consentire l’utilizzo delle partite Iva evitando l’obbligo delle trasformazioni in contratti di lavoro subordinato.
Niente restrizioni sul front del job on call, l’impiego a chiamata, per gli under 25 e gli over 55. Per attivare il lavoro a chiamata basterà un semplice sms alla direzione territoriale del lavoro. Ma i datori devono stare attenti: in caso l’sms (ma anche fax o posta elettronica certificata) non sia inviato rischiano una multa da 400 a 2.400 euro “in relazione a ciascun lavoratore per la quale è stata omessa la comunicazione”. L’sms, secondo la proposta dei relatori, dovrà arrivare “prima dell’inizio della prestazione lavorativa o di un ciclo integrato di prestazioni di durata non superiore a 30 giorni”.
La durata del primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto (la causale), sale da sei mesi a un anno. L’emendamento dei relatori stabilisce inoltre che i contratti collettivi potranno prevedere che al posto del requisito dei 12 mesi, per le assunzione a tempo determinato valga una “franchigia oggettiva” che sia inferiore “al 6% del totale dei lavoratori occupati nell’ambito dell’unità produttiva”. Tale franchigia è consentita nell’ambito di determinati processi organizzativi (es. start up, lancio di un nuovo prodotto, cambiamento tecnologico, progetto di ricerca e sviluppo, proroga di una commessa consistente).
Conferma a a regime dal 2012 e semplificazione degli sgravi sui contributi introdotti in via sperimentale per il tirennio 2008-2010. Il viceministro del lavoro, Michel Martone, ha voluto sottolineare l’importanza dell’emendamento per l’intervento “sui contratti di secondo livello e gli incentivi alla produttività”.
La Commissione Lavoro del Senato inizierà il voto sugli emendamenti, a partire da quelli dei relatori depositati oggi, martedì sera, con la previsione di una seduta notturna. Il termine per presentare sub-emendamenti agli emendamenti depositati oggi è stato fissato a domani pomeriggio alle 18. Da parte sua la commissione Bilancio lavorerà fino a martedì per dare il proprio parere sulla copertura finanziaria di tutte queste proposte di modifica. Visto che l’Aula impegnerà martedì i senatori fino alle 19, la commissione si riunirà proprio a quell’ora con una seduta che proseguirà nella notte. Castro e Treu hanno riferito che i gruppi di maggioranza hanno assunto “l’impegno politico” a sfoltire “drammaticamente” gli emendamenti dei propri parlamentari. Quelli complessivi presentati sono 1.048.
In Italia i lavoratori parasubordinati sono 1 milione 422 mila: il 46,9%, pari a 676 mila unità, sono collaboratori a progetto (co.co.pro.) e hanno un reddito medio di 9.855 euro l’anno. I dati sono dell’Isfol sulla base dei primi risultati (2010) di un progetto di ricerca sul lavoro parasubordinato basato su dati di fonte Inps. Il 35,1% dei cocopro ha un’età inferiore ai trent’anni e il 28,7% tra i 30 e i 39 anni. L’84,2% dei cocopro è caratterizzato da un regime contributivo esclusivo e non ha quindi un’altra occupazione: si tratta di 569 mila lavoratori, il cui reddito medio scende a 8.500 euro. Il secondo aggregato di parasubordinati per consistenza numerica comprende quasi 500 mila contribuenti alla gestione Inps, composto da amministratori e sindaci di società, con età media sensibilmente più elevata rispetto ai cocopro e con un reddito medio significativamente superiore, pari a oltre 31.000 euro annui. Va infine aggiunto un ulteriore gruppo di contribuenti meno omogeneo (collaborazioni occasionali, dottorati di ricerca, borse di studio, collaborazioni presso la P.A., ecc.), composto da 270 mila lavoratori, con un reddito medio annuo pari a poco più di 11.000 euro.
Nel periodo 2005-2010 il numero dei parasubordinati ha subito un andamento leggermente ciclico. Negli anni di crescita economica, 2006 e 2007, si sono raggiunti i valori massimi mentre si è registrata una lieve diminuzione nel biennio 2009-10. Complessivamente gli uomini rappresentano circa il 58% del totale, con un reddito medio quasi doppio rispetto a quello delle donne. La variazione media annua del reddito nel periodo 2005-2010 e’ pari a +3,4%. Per quel che riguarda specificatamente i cocopro tale valore si ferma a +2,3%. Alcuni indicatori ricavati dall’indagine Isfol-Plus consentono di verificare il grado di subordinazione al quale è sottoposta la prestazione lavorativa resa dai parasubordinati. L’Istituto evidenzia che oltre il 70% dei collaboratori è tenuto a garantire la presenza presso la sede di lavoro, il 67% ha concordato un orario giornaliero con il datore di lavoro e il 71% utilizza nello svolgimento della prestazione mezzi e strumenti del datore di lavoro. Inoltre, piu’ del 70% dei collaboratori dichiara che la forma di contratto non deriva da una sua scelta ma da una richiesta del datore di lavoro. Tali dati segnalano la concreta possibilità che questi contratti nascondano in realtà forme di lavoro in qualche misura subordinato.