Il racconto della testimone agli inquirenti della Procura di Forlì. I prescelti del Carroccio dovevano firmare un impegno davanti a un notaio e poi versare, in caso di elezione, la quota al partito. Procedura pensata dopo il caso della Pivetti che, dopo la fuoriuscita dal partito, non voleva più pagare
C’è uno nuovo scenario nello scandalo che sta travolgendo la Lega Nord. Questa volta, come scrive il sito del Sole24ore, i guai per Bossi&co arrivano dalla Procura di Forlì con le dichiarazioni della segretaria amministrativa Nadia Dagrada, teste in ormai in almeno quattro inchieste penali. A partire dal 2000, i prescelti del partito avrebbero di fatto pagato la propria candidatura nelle liste del Carroccio impegnandosi davanti a un notaio a versare circa 2000 euro, alla prima elezione, o 2400 euro, a quelle successive, per tutti i sessanta mesi della legislatura. Una sorta di contropartita, obbligatoria, in cambio delle spese elettorali che la Lega in qualche modo anticipava.
L’atto privato diventava pubblico e registrato a elezione avvenuta oppure decadeva in caso di mancato seggio o di fine anticipata della legislatura. Nella dichiarazione dei redditi, poi, i versamenti mensili degli eletti e del partito comparivano come semplici donazioni. Secondo quanto riferito dalla Dagrada nella sede di Via Bellerio di questi atti se ne stipulavano a centinaia ogni giorno. Prima dell’apertura delle urne quindi bisognava versare il contributo.
Per i magistrati questo meccanismo serviva a chi veniva eletto per detrarre dall’imposta lorda il 19% e alla Lega a non pagare alcuna imposta perché esenti per legge.”La somma di 2.420,00 è stata determinata dal consiglio federale almeno a partire dal 2001. Tutti i nostri eletti sono tenuti a versare un contributo al movimento. L’impegno- ha spiegato la Dagrada agli inquirenti – viene formalizzato tramite una scrittura privata, ossia un impegno del candidato che usufruisce delle spese elettorali sostenute dalla Lega Nord per la campagna elettorale a rimborsarne almeno una parte al movimento”. L’operazione veniva effettuata prima delle elezioni … e vede da una parte il candidato e dall’altra la Lega Nord nella persona del rappresentante legale p.t. nella persona del segretario amministrativo federale, Maurizio Balocchi (deceduto e precedessore dell’ex tesoriere Belsito, ndr)… lo ho visto tale scrittura privata, che è documento distinto dall’atto notarile rogato successivamente (in occasione delle ultime lezioni è stato il Notaio … di Varese, che ha in deposito le scritture private di impegno degli eletti)”.
Il versamento, secondo la Dagrada, veniva chiesto solo ai candidati con concrete chance di elezioni. “Gli altri non firmano alcun impegno. Nel caso delle ultime elezioni alcuni candidati non considerati papabili sono stati eletti visto la vittoria elettorale e abbiamo provveduto successivamente rispetto alla consultazione elettorale ad integrare la documentazione…”. Una procedura messa a punto “anche per evitare situazioni avvenute nel passato in cui il candidato, fuoriuscito dal movimento, dopo l’elezione non voleva effettuare i versamenti, come nel caso di Irene Pivetti. Lei aveva sottoscritto tale scrittura e dopo un contenzioso si è determinata a versare. Fino al 2001 c’era solo la scrittura privata di impegno. Poi il sistema della scrittura privata seguita dall’atto notarile. La scrittura privata è standard, viene utilizzata dal 2000, è nel mio computer”.
Per parte sua, la Lega Nord ha annunciato che “presenterà querela nei confronti di chiunque ha parlato o parlerà di acquisto di candidature. E’ indegno che si cerchi di sporcare e far passare sotto una luce negativa anche il fatto che i parlamentari, lodevolmente e in maniera volontaria, vogliono aiutare e sostenere il movimento per cui militano e che li ha eletti”. Così, in una nota, Roberto Calderoli.