Saranno anche spiccioli rispetto ai 13 miliardi di euro di debiti accumulati dalla Regione Campania dal 2000 in poi, che costano 808 milioni di interessi annui. Ma la determina dirigenziale che ha destinato alla società in house Campania Digitale-Digit 2 milioni e 800.000 euro per la realizzazione del nuovo portale regionale e per attività di comunicazione istituzionale e web tv, prelevati dai resti dei fondi dei programmi operativi regionali (Por) 2007-2013 , ha fatto andare su tutte le furie un cartello di emittenti televisive locali. I cui editori, capitanati dal leader del gruppo Julie Lucio Varriale, denunciano “concorrenza sleale” ai danni di un settore in crisi, che starebbe tagliando migliaia di posti di lavoro anche a causa dei ritardi nell’erogazione dei finanziamenti Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni Organo di consulenza e di gestione in materia di comunicazione, ndr) e degli incentivi al passaggio al digitale terrestre.
La protesta è sintetizzata in un volantino stampato e distribuito in migliaia di copie nella city. Insomma, in materia di informazione e comunicazione la Regione sarebbe generosa con se stessa e sparagnina con i privati e con le televisioni partenopee, spesso ipercritiche verso Palazzo Santa Lucia. Prestando il fianco a polemiche tanto ovvie quanto antipatiche, che fanno uscire i quasi 3 milioni di euro del decreto dal recinto di una vicenda di (presunti) ordinari sprechi. C’è infatti chi insinua che Digit viene iperpompata di denaro pubblico perché è il megafono della propaganda del Governatore Pdl Stefano Caldoro. Proprio a cura della web tv di Digit, sul vecchio portale, sono andate in onda sei puntate della videochat di Caldoro. Un appuntamento settimanale attraverso il quale il Governatore rispondeva alle domande e alle curiosità dei cittadini. L’esperimento ha presto chiuso i battenti per insuccesso di critica e di pubblico, ma potrebbe ricominciare.
E in Digit hanno trovato un incarico, e una buona retribuzione, professionisti politicamente vicini all’area socialista-Pdl di Caldoro. Come Giuseppe De Martino, direttore della testata Digit, già direttore di Socialista Lab, l’organo ufficiale del Nuovo Psi, di cui Caldoro è leader nazionale. E per guidare la società pubblica, Caldoro ha scelto Stefano Torda. Amico di Danilo Del Gaizo, potentissimo capo di gabinetto del Governatore, e di Gianni De Michelis, l’ex ministro socialista degli anni ruggenti di Craxi, Torda è stato il braccio destro di Renato Brunetta – altro ex socialista folgorato sulla via di Arcore – e in questa veste si è occupato dell’informatizzazione della giustizia durante l’ultimo governo Berlusconi. Prima dell’incarico, Torda venne sfiorato, senza alcuna conseguenza penale, da alcune delle principali inchieste dell’ex pm Luigi de Magistris in Calabria. Certo, anche Campania Digitale-Digit non se la passa bene. Fonti vicine al vecchio Cda di bassoliniana nomina riferiscono di una società passata in due anni da 600.000 euro in cassa e contratti per 4 milioni e mezzo di euro a un debito di circa un milione di euro e 4 mesi di stipendi arretrati per i circa 70 contrattualizzati a vario titolo. Una trentina in più rispetto all’era Bassolino.