Il Cavaliere interviene anche sugli episodi di terrorismo: "C'è un clima di grande timore, di grande pessimismo, di scarsa fiducia nel futuro a cui dovremmo reagire con una politica totalmente diversa dalla politica del rigore". Fuoco di fila di parlamentari del Pdl contro il governo
“Noi siamo qui e voteremo tutte le cose che ci convincono”. E’ il messaggio dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi al suo successore Mario Monti. Il leader del Pdl ha parlato con i giornalisti partecipando a Milano ai funerali del senatore Giampiero Cantoni.
Berlusconi, peraltro, ha detto la sua anche sul clima di tensione di questi giorni, compresi gli episodi di terrorismo. “C’è un clima di grande timore, di grande pessimismo, di scarsa fiducia nel futuro a cui dovremmo reagire, credo, con una politica totalmente diversa da quella che è la cosiddetta politica del rigore che si può applicare soltanto in una economia di sviluppo” ha spiegato il Cavaliere. “Quando c’è un clima come questo – sottolinea – c’è un terreno che può dare luogo da un lato al terrorismo e da un lato alla dittatura. Speriamo che non sia così perchè ritengo che non sia il caso dell’Italia, ma sicuramente non è una situazione che ci lascia del tutto tranquilli”.
“Quando c’è un clima come questo – insiste – c’è un terreno che può dare luogo, ma speriamo che non sia così, da un lato al terrorismo e dall’altro lato ad una dittatura. Non è il caso dell’Italia, anzi sicuramente non si procederà in questa direzione, ma è una situazione che non ci lascia del tutto tranquilli”. Infine l’antipolitica: “E’ la testimonianza che c’è un sistema che non dà agli italiani quello di cui avrebbero bisogno. Il nostro – ha ribadito – è un sistema che non consente al Paese di essere governato”.
Per tornare al rapporto tra il governo tecnico e il Popolo delle Libertà, dopo la frana del partito alle elezioni, in giornata si è registrato un fuoco di fila di esponenti di peso nei confronti del presidente del Consiglio. Inizia l’ex ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta: “Ho votato 15 volte la fiducia al governo Monti, mi aspetto che parli di meno, batta i pugni in Europa perchè l’Italia e l’Europa ricomincino a crescere e non rimangano sotto il tallone di Angela Merkel – dichiara ad Agorà, su Rai Tre – Dargli la fiducia per la sedicesima volta? Dipende da lui”. Poi ce n’è anche per il ministro per lo Sviluppo Economico. “Passera chi? Si sono perse le tracce del ministro Passera, non so cosa stia facendo sono stanco di commentare le chiacchiere, quelle di Passera così come quelle di Monti”.
Rilancia la deputata Alessandra Mussolini: “Il blocco sociale del nostro elettorato ci ha lanciato un segnale inequivocabile, dimostrando sconcerto dal doppio salto mortale dell’appoggio al governo Monti e il contestuale abbraccio fatale con Bersani e Casini – scrive in una nota – Monti, anche per una oggettiva incapacità di tenuta comportamentale, ha fallito e le dichiarazioni di ieri del ministro Passera ne sono una prova evidente”.
Altra bordata dal vicecapogruppo alla Camera Maurizio Bianconi: “Non sono d’accordo con Berlusconi quando dice di portare avanti il governo Monti fino al 2013. Io Monti non l’ho mai fiduciato e non penso di essere isolato”. Per quanto riguarda i suicidi, il vicepresidente dei deputati Pdl aggiunge: “Monti ci dica chi erano i responsabili a cui si riferiva. Io non la mando giù, è la manifestazione di un atteggiamento ostile nei confronti del Pdl”. Bianconi è tra i falchi del partito nei confronti del governo tecnico. E’ tra i promotori dell’iniziativa di 42 parlamentari per chiedere chiarimenti sulla sua frase sulle vittime della crisi.
Incalza infine anche un altro capogruppo del Pdl, Antonio Leone: “Abbiamo un governo nel confessionale: Monti prima attacca Berlusconi e poi si pente, la Fornero confessa di avere sbagliato e almeno per un giorno dimette la sua alterigia, Passera grida all’allarme sociale accorgendosi finalmente che la gente e’ allo stremo. Non sarebbe ora di parlare di meno e passare ai fatti?”.
Fuori dal coro resta, insomma, il solo ex ministro degli Esteri Franco Frattini che del tracollo alle amministrative dà una lettura diversa: “Il Pdl nel primo turno ha pagato “un prezzo alto per aver presentato candidati non convincenti e per essere andati da soli”, non per l’appoggio a Monti.