Il canto del cigno, nel ’90, sarà una colossale presa per i fondelli in puro stile punk e situazionista: un disco intitolato Historia De La Musica Rock, sin dalla veste grafica perfetta parodia di una delle uscite di una collana spagnola da edicola, in tutto e per tutto analoga a quella che in Italia venne pubblicata a fascicoli negli Ottanta con il nome di La grande storia del rock. Altroché internet… a quei tempi il vinile lo vendevano persino gli edicolanti! Sarà stato forse per omaggiare Pussy Galore, la protagonista femminile di Goldfinger, che il disco “fuori collana” portava stampato il numero progressivo 007.
A quel punto cosa fanno i nostri eroi? Prendono per mano le loro rispettive fidanzate e se ne vanno per la loro strada: Neil Hagerty e Jennifer Herrema fondano i Royal Trux mentre Jon Spencer e la sua pussy, la bella Cristina Martinez, danno alla luce il primo album dei Boss Hog per Amphetamine Reptile sotto la supervisione del produttore simbolo dell’epoca ovvero Steve Albini. Sarà ancora una volta l’impareggiabile leader dei Big Black e degli Shellac ad accompagnare la nascita della Blues Explosion di lì a poco: Crypt Style, che raccoglie le prime prove del gruppo, ritrae significativamente Jon Spencer, Russell Simins e Judah Bauer con il volto truccato e lo sguardo languido ed effeminato alla New York Dolls. Con il passaggio alla Matador arriveranno i capolavori della nuova band: in assoluto l’anno di grazia è il 1994, con l’uscita di Extra Width e Orange, apice stilistico e discografico di una carriera esaltante, pur se in un ideale trittico di essenziali inseriamo anche il seguente Now I Got Worry. Altre buone prove giungono in seguito, come Acme, punto di snodo e produzione abbastanza differente dalle precedenti, frutto di un lavoro a più mani e di diverse matrici, ma lo scorso decennio è caratterizzato soprattutto dalla nuova collaborazione di Jon Spencer con Matt Verta-Ray che ha dato vita ad Heavy Trash.
Quel che è più importante sottolineare è che ho avuto l’opportunità di vedere dal vivo la Blues Explosion l’anno scorso, al Primavera Sound di Barcellona, e posso assicurare che ha saputo arroventare il catino straripante del palco ATP con uno show eccezionale, d’altri tempi. A dimostrazione del fatto che Jon Spencer fa ancora parte della cerchia ristretta ed in pericolo di estinzione di quegli animali da palco che fanno del carattere e del carisma la loro arma in più. Motivo per cui il concerto della sua Blues Explosion, sabato 12 maggio al Locomotiv di Bologna, è un appuntamento cui non ci si può proprio sottrarre.