Se Atene dovesse abbandonare l'eurozona a causa dell'impossibilità di uscire dall'attuale impasse politica e se la sua economia non riuscisse ad avere prospettive anche minimamente stabili, a quel punto i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione. Con altissimo il rischio di downgrade
Molte banche si preparano a un eventuale ritorno alla dracma. Il leader di Syriza ricambia il “no” ottenuto tre giorni fa con un rifiuto di prendere parte all’esecutivo di larghe intese auspicato dal presidente della Repubblica Papoulias. E il leader del Pasok Venizelos (che ha azzerato “alla Casini” tutte le cariche del suo partito) resta con il cerino in mano. E con i mercati che non smettono per un attimo di borbottare in attesa di conoscere le sorti della Grecia e dell’euro. «Non è la coalizione di sinistra che ha respinto la proposta – ha dichiarato Tsipras dopo esser stato ricevuto dal leader socialista – ma il popolo greco con il suo voto». La situazione dunque si fa tremendamente seria. A questo punto, se il Presidente della Repubblica non riuscirà a convincere i leader in questione a un passo indietro, (o a uno in avanti, da parte di tutti) la parola tornerà agli elettori il 17 giugno. E con il premier uscente Papademos a gestire l’amministrazione ordinaria del paese in questo lasso di tempo.
Per Jansson, vice governatore della Riksbank, ammette che l’ipotesi dell’uscita della Grecia dall’euro e le sue conseguenze sono state “discusse” dai banchieri centrali europei. Aggiunge che servirebbe essere molti cauti “nell’ipotizzare che sarebbe un processo indolore senza complicazioni”. Anche se nessuno lo ammette apertamente, molti sono gli istituti di credito che stanno da tempo lavorando sull’ipotesi di una Grecia fuori dall’euro, ragionando su quali potrebbero essere i tassi di cambio. E l’ex presidente della Commissione europea Romano Prodi, da Firenze dove partecipava al seminario ‘Crisi economica e modelli possibili per una crescita futura’ ha aggiunto: “Non possiamo dire che se la Grecia esce non cambia nulla. L’Europa è nata sulla solidarietà e sul prendersi cura dei problemi di tutti. Rompere con l’unita è un grande passo indietro”. Situazione che ha fatto commentare allo psicanalista Charles Melman, erede diretto di Jacques Lacan, di essere stupito di come non ci sia alcuna reazione di fronte al fatto che “in nome delle leggi della finanza si stia assassinando un popolo”.
L’incubo a questo punto si chiama borsa. Francoforte accusa un +0,95), meno Londra (+0,57%), limitato quello di Milano (+0,29%), mentre Parigi chiude a -0,01% e crolla Atene (-4,52%). E si apprende che il governo di Madrid ha disposto che le banche accantonino altri 30 miliardi di euro di capitale aggiuntivo allo scopo di pareggiare le perdite patite sul mercato immobiliare. Ma non è tutto. Se l’Ellade dovesse abbandonare l’eurozona a causa dell’impossibilità di uscire dall’attuale impasse politica e se la sua economia non riuscisse ad avere prospettive anche minimamente stabilii, a quel punto i rating sovrani degli paesi europei potrebbero finire sotto pressione. Con altissimo il rischio di downgrade in particolare per Italia, Portogallo, Spagna, Francia, Cipro, Irlanda e Belgio. Lo sostengono gli esperti di Fitch in un rapporto monotematico concentrato sulla crisi Greca, ma anche europea. Scrivono che «il risultato incerto delle elezioni parlamentari del 6 maggio e la conseguenza impossibilità a formare un governo di coalizione rendono probabile un nuovo ricorso alle urne in giugno. L’elezione o la formazione di un governo greco non disposto o non in grado di rispettare i termini dell’accordo sottoscritto con la Ue e con l’Fmi aumenterebbe il rischio di una fuoriuscita della Grecia dall’eurozona. Se si dovessero rendere necessarie, le nuove elezioni diventerebbero dunque un evento di importanza cruciale sia per la Grecia che per il resto dell’eurozona».
Intanto dopo Tsipras anche il capo dello Stato scrive al neopresidente Hollande: «Sono sicuro che le vostre posizioni europee e la lotta che preparate a favore della crescita e della stabilità in Europa, saranno di grande importanza per il rilancio del mio Paese». Dicendosi convinto che le relazioni fra i due paesi si rafforzeranno durante il mandato di Hollande.
A questo punto l’intera vicenda è più di una partita a scacchi, dall’esito incertissimo, banco di prova proibitivo anche per un asso come Kasparov. Che al momento non si vede.