Non avendo di meglio da fare, una combriccola di buontemponi della penna si dà convegno ogni giovedì sera su twitter per sparlare di Servizio Pubblico, dando vita a una sorta di Dopofestival o di Processo del Lunedì, ma di livello nettamente inferiore.
Si tratta di Pigi Battista, Stefano Menichini, Gianni Riotta e altri noti desertificatori di giornali e di ascolti. L’altra sera le allegre comari erano tutte sdegnate perché avevo appena ricordato quando il Tg1 di Riotta, la sera del primo V-Day di Beppe Grillo, l’8 settembre 2007, riuscì a non inserire l’evento nei titoli di testa e a relegarlo in un annuncetto di 29 secondi netti, affogato fra notizione memorabili: i subacquei sott’acqua (mica sopra: sotto), le nozze di Marco Baldini con Fiorello testimone, gl’immancabili sviluppi del caso Garlasco, la prostituzione a Milano (ma prima del caso Ruby, s’intende).
Riotta avrebbe potuto mettere online quella memorabile edizione, o almeno pubblicarne la scaletta. Ma siccome era esattamente come l’avevo raccontata, ha preso a cinguettare farfugliando: “Per chi insiste su bugie, Tg1 e Grillo ho fede nei tribunali”. Tribunali? Le immagini, Riotta, bastano le immagini. E poi via, in un groviglio di twittate e ritwittate (anche di Sassoli, direttamente dal Parlamento europeo): “i calunniatori”, “le menzogne”, “Riotta smentisce”, “li portiamo in tribunale così si rinfrescano la memoria”, “li portiamo tutti in giudizio”, “la vedranno gli avvocati”, “grazie David vecchio mio”, “manipolatori insopportabili”, “fai bene a reagire”, “il Tg1 approfondì”, “le bugie hanno le gambe corte”, “guardate le teche Rai”, “bravo cantajele chiare a sto busciardo” (Battista, testuale).
Sono andati avanti così per tutta la notte: forse non hanno neppure dormito, poveretti. Abbiamo atteso trepidanti per tutto il giorno le famose “teche”, cioè il filmato dei formidabili “approfondimenti” del Tg1 dell’8 settembre 2007 sul V-Day. Ma invano. Così ce lo siamo procurato noi: i lettori possono goderselo su ilfattoquotidiano.it e serviziopubblico.it Indovinate chi è il “busciardo”? Ieri Riotta ha voluto dare ulteriore sfoggio di sé con una lettera al sito del Corriere. Mi ha dato dell’“impreciso” a proposito del “servizio” del suo Tg1 sul V-Day, ma purtroppo quella sera non vi fu alcun “servizio”: solo uno striminzito “strillo” di Romita (al minuto 14) da studio, e senza immagini originali, visto che in piazza Maggiore a Bologna non c’erano né inviati né telecamere del Tg1.
Poi Riotta ha cominciato a divagare, che è la cosa che gli riesce meglio: “Alla vicenda dedicai poi un mio editoriale”. Certo, “poi”: non la sera dell’evento, ma nei giorni successivi, quando tutti i giornali ne avevano parlato così tanto da costringere persino lui ad accorgersene. Riotta si fa scudo del Tv7 (7 giorni dopo), ma l’ho citato anch’io. Dice che il suo inviato “fu costretto a filmare con una telecamerina perché il servizio d’ordine di Grillo aveva impedito l’ingresso alla troupe”: ma quello non era il V-Day, era uno show di sei giorni dopo per il pubblico pagante. Riotta mi accusa pure di “conflitto d’interessi” perché collaboro con un programma tv e critico altri programmi tv: forse confonde la libertà d’informazione con l’omertà. Infine s’avventura pericolosamente nelle mie ferie in Sicilia del 2003, di cui stento a comprendere l’attinenza col Tg1 e Grillo: le definisce “sfortunate” e parla di “varie ipotesi su chi abbia poi effettivamente pagato il conto”. Spiacente di deluderlo, ma quelle vacanze furono fortunatissime e il conto lo pagai io, come ho dimostrato pubblicando i bonifici e gli assegni (a proposito: contrariamente a quanto scrive il disinformato Riotta, il maresciallo Ciuro presente nel villaggio in cui soggiornavo non è mai stato “condannato per mafia”). Però fa bene Riotta a invocare, con le allegre comari, i tribunali: infatti ci vediamo lì.
Il Fatto Quotidiano, 12 Maggio 2012