Domani urne aperte nel Land più popoloso e tra i più industrializzati della Germania. La governatrice uscente Kraft verso la riconferma con il 38% dei voti. I cristiano-democratici della Cancelliera accreditati al 30: sarebbe il peggior risultato di sempre nella regione
La Cdu di Angela Merkel si avvia a incassare una pesante sconfitta alle regionali di domani in Nordreno-Vestfalia, il Land più popoloso (18 milioni di abitanti) e uno dei più industrializzati della Germania. Stando ai sondaggi i cristiano-democratici arrancano dietro la Spd della governatrice uscente Hannelore Kraft, accreditata al 38%, e rischiano di sprofondare ai minimi storici: il dato del 30% attribuito alla Cdu nelle ultime rilevazioni sarebbe il peggior risultato di sempre nel Land della Ruhr. Un tonfo di simili proporzioni lancerebbe importanti segnali anche a livello nazionale.
Dopo gli elettori greci e francesi domenica scorsa, stavolta sarebbero quelli tedeschi a bocciare la ricetta dell’austerity propagata da Angela Merkel in Europa. In un Land che ha accumulato nei decenni scorsi un passivo di 130 miliardi di euro, gli elettori si affiderebbero infatti a una governatrice, Hannelore Kraft, che segue una linea molto meno rigorista di Berlino: il governo di minoranza Spd-Verdi che guida dal 2009 non ha ridotto il debito, ma ha anzi contratto un deficit di 3 miliardi nel 2011, ha approvato una manovra-bis bloccata dalla Corte costituzionale regionale perché conteneva troppi nuovi debiti ed è poi caduto anzitempo nel marzo di quest’anno a causa di una finanziaria che prevedeva un deficit di 3,6 miliardi, una bocciatura che ha portato al voto anticipato di domenica.
La Cdu ha provato ad attaccarla su questo fronte, bollandola come “regina dei debiti”. Gli elettori però non sembrano preoccuparsene più di tanto e si avviano a riconfermarla, complice la sua vasta popolarità. I sondaggi la vedono vicina alla “magica soglia” del 40%. Basterà per un governo a due con i Verdi? Il partito ambientalista è accreditato all’11-12%. Se i numeri non dovessero consentire un’alleanza rosso-verde l’alternativa più plausibile è una Grande coalizione tra Spd e Cdu, una soluzione che lascerebbe però insoddisfatti i socialdemocratici, anche in vista delle elezioni nazionali del prossimo anno.
La débacle della Cdu proietterebbe poi pesanti ombre sul futuro del candidato governatore dei cristiano-democratici Norbert Röttgen, che non è solo il ministro federale dell’Ambiente, ma è anche uno dei più probabili successori di Angela Merkel alla cancelleria in un futuro più o meno lontano. Röttgen era stato schierato per perdere in modo dignitoso. In campagna elettorale è invece incappato in una gaffe dietro l’altra e ora rischia il tracollo, anche personale: prima ha provato a trasformare le regionali in un voto sulle scelte di Angela Merkel in Europa, un messaggio indigesto alla stessa Cdu, che ha finito per scaricarlo; poi, in un dibattito televisivo, ha spiegato che “purtroppo il governatore non lo decide la Cdu, ma gli elettori”.
Il suo più grande errore, però, è stato correre “col paracadute”: Röttgen non ha mai chiarito se, in caso di sconfitta, lascerà il posto di ministro dell’Ambiente nel governo federale per trasferirsi sui banchi dell’opposizione al parlamento regionale del Nordreno-Vestfalia, una titubanza che è stata interpretata in un modo che ha finito per scoraggiare gli stessi elettori cristiano-democratici: resterà a Berlino.
Il voto di domenica dovrebbe segnare l’ennesimo exploit per i Pirati, che vengono dati intorno al 8-9%, e inasprire la crisi della Linke, che viaggia sotto lo sbarramento del 5% e si avvia a uscire dal secondo parlamento regionale nel giro di una settimana.
Dopo l’insperata risalita alle regionali di domenica scorsa nello Schleswig-Holstein, i liberali, alleati della Merkel a Berlino, sperano infine in un nuovo successo. Grazie al loro capolista, Christian Lindner, sono già riusciti a passare nei sondaggi dal 2 al 6%. Difficile, però, parlare di una svolta anche per la Fdp nazionale: la rimonta nello Schleswig-Holstein e in Nordreno-Vestfalia non è trainata dal leader e vice cancelliere Philipp Rösler, bensì da due personalità – Wolfgang Kubicki nel primo caso, Lindner nel secondo – che hanno fatto di tutto per prendere le distanze da Rösler, il quale non sembra avere molte chance di restare alla guida dei liberali.