L’insegnamento della Bocconi. Monti, ferito dall’accusa di essere, con il suo governo, la causa dei recenti numerosi suicidi di persone in difficoltà, in occasione del Convegno su “Riforme e crescita”, invita alla riflessione sul tema “chi ha portato l’economia in questo stato e non chi da quello stato sta cercando di farla uscire”. Berlusconi, sentendosi chiamato in causa, scatena la reazione dei suoi giannizzeri, fra i quali Brunetta, che presentano una interrogazione parlamentare, chiedendo chiarimenti e smentite.
E Monti, ahimé, fa una rapida marcia indietro.

Botta, risposta e fifa tosta

Chi, non statista ma politicante,
ha aggravato la nostra economia,
chi, negando la crisi galoppante,
ha l’Italia portato all’agonia,

chi ha l’etica mandato sotto terra
comperando politici e sentenze,
chi ha causato più danni di una guerra
distruggendo non case ma coscienze,

dimentico che ormai non conta nulla,
scatena miserabili lacché
contro chi finalmente lo maciulla
spiegando quel che ha fatto da premier.

Quarantadue penosi servitori,
capitanati dal Nobel Brunetta,
scordando d’esser bovi e non più tori,
minacciano terribile vendetta.

Han scordato i politici fantasmi
d’essere ormai passati a miglior vita
né sembra che li aiutino i miasmi
della loro carogna imputridita.

Ma la precisazion di Mario Monti
è parsa in verità molto più indegna.
Morale: ai bocconiani insieme ai conti
la Bocconi il coraggio non insegna.

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