Il titolo non si riferisce al film della saga Guerre Stellari. L’impero di cui parlo è la Cina.

Gli analisti politici e finanziari occidentali, sono soliti considerare la Cina una grande nazione, con un’anima capitalista (a mio modesto avviso un’analisi errata). Il ragionamento occidentale classico si può riassumere brevemente così: “Se il cinese medio vuol diventar ricco significa che è un capitalista quindi la Cina (dove abita un discreto numero di cinesi!)  è una nazione capitalista”.

L’ultima mossa del governo cinese è l’ennemisa conferma che l’impero si è svegliato.

L’8 di maggio è stata inaugurata la piattaforma per il trading spot del ferro, supportata dalla China Iron and Steel Association (CISA) e altri partner nazionali.

Il significato di questa azione è chiaro: la Cina vuole tener d’occhio il prezzo del ferro. È doveroso considerare se questa azione sia passiva o attiva. Nel caso si tratti di una scelta “passiva”, questa azione sicuramente influenzerà le quotazioni della materia prima sul mercato cinese. Nel caso si tratti di una scelta “attiva”, usando come strumento la “volontà di acquisto di minerale da parte delle aziende cinesi”, la piattaforma può essere considerata un’arma nella guerra del ferro. La strategia si può riassumere in questo modo: la Cina potrebbe accumulare ferro (pagandolo tra l’altro in dollari, moneta di cui è felice di liberarsi) e, quando il prezzo mondiale del ferro sale, rivenderlo sul mercato aperto (magari facendosi pagare in altre valute ) in concorrenza aperta con i grandi broker e i produttori di metallo. Le conseguenze di questo scenario non sono facilmente prevedibili ma è certo che le tre sorelle di ferro (Rio Tinto, BHP Billton e Vale SA) sarebbero costrette a rivedere le loro strategie. Infatti, quando all’inizio dell’anno venne annunciata la creazione della piattaforma, le tre sorelle di ferro non accolsero la notizia molto bene.

Tuttavia nei mesi precedenti all’inaugurazione da parte della CISA (China Iron and Steel Association), BHP Billiton, Rio Tinto e Vale SA accettarono di buon grado di partecipare al progetto.

“Il sistema di acquisti spot in Cina aiuterà a riflettere un reale rapporto tra domanda e offerta con transazioni trasparenti e corrette “ ha dichiarato Wang Chunsheng, deputy secretary presso la CISA. Il ferro è uno dei metalli indice per compredere se una nazione sta crescendo. Viene utilizzato per costruire abitazioni, uffici, industrie, ponti, e ogni altra struttura di solito associabile a una crescita dell’economia reale (posto che non ci sia un effetto subprime… USA docet).

Gli analisti occidentali criticano il fatto che la piattaforma servirà solo per la gestione del ferro fisico. In pratica ogni strumento finanziario “raffinato” come i future o prodotti derivati con alto tasso di sofisticazione (del tipo “non capisci cosa compri o vendi, ma fidati!”) saranno esclusi. Questa scelta è estremamente coerente e positiva per il governo cinese, che vuol aver chiaro il costo del ferro giorno dopo giorno, evitando artificiose speculazioni da parte di gruppi finanziari occidentali (leggasi banche d’affari). Benché le tre sorelle di ferro abbiamo aderito al progetto è certo che non staranno sedute ad osservare il prezzo del ferro ridursi e i loro margini contrarsi. La guerra del ferro è cominciata.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Rossignolo e la sfida persa con Fiat e Cota: storia del “quasi flop” della De Tomaso

next
Articolo Successivo

Achtung

next