Si inizia a Siena, con le traversie della banca più antica d’Italia e del mondo, e si arriva alle partecipazioni societarie del Grande Oriente d’Italia, l’obbedienza di Palazzo Giustiziani a cui fanno capo oltre 21 mila massoni e 757 logge distribuite in tutto il Paese. È un viaggio che passa attraverso singoli nomi, persone che da manager hanno fatto da cerniera tra mondi che vengono indicati come collegati, ma che non sempre si riesce a mettere in relazione dati alla mano. Accade a causa del mancato accesso alle liste degli affiliati alla massoneria, per le quali vige dal 1982 l’obbligo di rinuncia alla segretezza, ma che rimangono comunque non pubbliche per “ragioni di privacy”, come è stato più volte ribadito dallo stesso Goi.
La partenza sono gli affari della Fondazione Monte dei Paschi e dell’omonima banca che controlla e che quest’anno compie 540 anni. La trasmissione Report, nella puntata intitolata “Monte dei fiaschi” andata in onda lo scorso 6 maggio e realizzata dal giornalista Paolo Mondani, ha anticipato di un giorno le 64 perquisizioni condotte dalla guardia di finanza su disposizione della procura di Siena che indaga da mesi sull’ipotesi di aggiotaggio e ostacolo agli organi di vigilanza nell’acquisto di Antonveneta.
Si tratta di un’operazione che risale al 2007, quando presidente dell’istituto bancario era Giuseppe Mussari, oggi a capo dell’Abi (Associazione bancaria italiana). Un’operazione che aveva portato il banco spagnolo Santadender, al cui vertice sedeva Emilio Botin, esponente di spicco dell’Opus Dei, a concludere quello che sembra un buon affare. Antonveneta, infatti, era stata acquistata dal banco iberico per 6,6 miliardi di euro ed era stata rivenduta un paio di mesi dopo al Monte dei Paschi per un prezzo iniziale di 9,3 miliardi, cresciuto poi fino a 10,1. Se questa è una delle situazioni che hanno portato la banca senese, terza a livello nazionale, a difficoltà in percentuale superiori a quelle degli istituti che la precedono nella classifica dei principali gruppi italiani, Unicredit e Intesa, ce ne sono anche altre che rappresentano un pezzo della cerniera di cui sopra.
C’è per esempio la storia dell’aeroporto di Siena-Ampugnano, che sempre nel 2007 beneficia di 400 milioni di euro per essere trasformato, almeno nelle intenzioni, in una struttura più potente. Il denaro arriva da un private equity lussemburghese, il fondo Galaxy, costituito dalla Cassa depositi e prestiti italiana, francese e tedesca. E se lo stanziamento lascia presagire un presunto conflitto d’interessi per la presenza contemporanea di persone che hanno ruoli nella Cassa depositi e prestiti, nella Fondazione Monte Paschi e nel processo di privatizzazione dell’aeroporto di Ampugnano, a guidare per un periodo la società aeroportuale senese è stato Enzo Viani, ex dirigente della banca toscana e indicato a Paolo Mondani come il “tesoriere del Goi”, il Grande Oriente d’Italia.
La ragione di questa affermazione sta nel ruolo che Viani ha oggi all’interno di una società a responsabilità limitate di Roma, la Urbs. È infatti presidente del consiglio d’amministrazione dell’azienda che ha sede a Roma, in via San Pancrazio 8, lo stesso indirizzo del Goi, e che è partecipata quasi per intero dalla più nutrita obbedienza massonica italiana. La loggia, infatti, possiede 1.549.448 euro del capitale sociale mentre i restanti 52 euro sono della Erasmo, società che si occupa di editoria. E di proprietà della Urbs risulta una sessantina di immobili in tutta Italia per un valore superiore agli 80 milioni.
Il più prestigioso di questi immobili è la romana Villa Medici del Vascello, edificio che sorge al Gianicolo e che vale circa 26 milioni di euro. Costituito da oltre 30 vani, al suo interno si trovano diverse attività del Goi ed è anche l’abitazione anche del gran maestro in carica, dal 1999 l’avvocato ravennate esperto in diritto marittimo Gustavo Raffi. Ma non è l’unico immobile di pregio riconducibile al Grande Oriente d’Italia. Attraverso la Augusta 2002 (10 mila euro di capitale sociale distribuiti tra i 9.800 della Urbs e i 200 della Erasmo), amministrata da Giuseppe Abramo, possiede l’ex cinema romano Belsito di piazza Medaglie d’Oro, che nel 2009 ha ottenuto dal Campidoglio le autorizzazioni a essere trasformato in un “centro polifunzionale” massonico. L’ok del Comune di Roma arriva 7 anni dopo essere stato rilevato per 2,6 milioni di euro ed essere stato lo scenario dei meeting socialisti al tempo del fulgore di Bettino Craxi. Ad aver gestito le varie fasi è stato lo stesso Abramo, ex dirigente bancario oggi in pensione, per 2 volte gran maestro della loggia romana Monte Sion che ha contribuito a fondare e gran segretario della libera muratoria di Palazzo Giustiniani.
Nel panorama delle aziende che afferiscono al Goi ci sono poi le attività editoriali, concentrate nella Erasmo Srl, sede sempre all’indirizzo capitolino in via Pancrazio 8 e con un capitale sociale di 10.400 euro, versato per la maggior parte dalla loggia (10.348 euro) e in misura marginale dalla Urbs (52). Amministratore delegato è un gran maestro onorario, l’empolese Mauro Lastraioli e le testate che la società edita sono Erasmo Notizie e la rivista esoterica Hiram. La prima è il “bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia” il cui numero più recente, quello di aprile, dedica l’apertura al segreto dei Rosacroce e presenta un sunto delle ultime attività della loggia.
Sfogliandone le pagine elettroniche, si trovano elencati anche i prossimi convegni massonici, come quello organizzato a Trento il 19 maggio su “Laicità oggi”. Tra i relatori, Stefano Bisi, già presente – racconta sempre Erasmo Notizie – poche settimane fa a Montecatini per un confronto tra 200 liberi muratori su ruoli e compiti dei “fratelli che guidano le logge”. Esponente del Goi, Bisi è anche il direttore del Corriere di Siena intervistato da Report e viene indicato in terra toscana come amico – e quando necessario consigliere ufficioso – del sindaco Franco Ceccuzzi, del presidente della Fondazione Monte Paschi Gabriello Mancini e dell’ex presidente Giuseppe Mussari.
Venendo poi alla seconda testata che Erasmo Srl possiede, si incontra Hiram, la rivista del Grande Oriente d’Italia, diretta dallo stesso Raffi con la collaborazione del direttore scientifico Antonio Panaino, quest’ultimo anche condirettore insieme a Vinicio Serino. Con direzione editoriale e redazione a Ravenna, in via Gaetanino 18, il primo numero del 2012 annovera un articolo sui templari scritto da Gerardo Picardo, giornalista che collabora con l’Adnkronos e autore di diversi libri. Il cronista, divenuto portavoce del gran maestro Raffi, è stato per mesi al centro di una contestazione perché indicato come un simpatizzante di estrema destra nonostante le simpatie attribuite – ma smentite – all’avvocato romagnolo per schieramento e politici di centrosinistra.
La polemica, innescata dall’Agenzia di stampa massonica italiana e condotta al motto di “fuori i fascisti dal Goi”, era scoppiata a inizio anno per la conduzione di un talk show intitolato “Da Trieste un anelito di libertà tra multiculturalità, multireligiosità e persecuzioni”, a conclusione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Fissato a ridosso del Giorno della Memoria e con la partecipazione del gran maestro onorario Enzo Volli, rappresentante anche della comunità ebraica triestina, il nodo del contendere era stata proprio la conduzione affidata a colui che è stato anche un volto di Fiamma in tv, del Movimento Sociale Fiamma Tricolore.
Tornando a Hiram, altra particolarità è la collaborazione di Giancarlo Elia Valori, che scrive a inizio 2012 delle “società dello spirito” e che viene indicato come “onorevole dell’Accademia delle Scienze dell’Institut de France”. Amico di potenti come il presidente emerito Francesco Cossiga, scomparso nel 2010, Valori è stato al vertice di società come Autostrade e Italstrade, ma è anche un massone di lungo corso. Iscritto alla loggia Romagnosi del Goi, poi per un periodo è stato anche all’interno della P2 di Licio Gelli venendone però espulso a un certo punto.
Infine c’è un’ultima società che non afferisce al Goi, ma che da anni fa infuriare il fronte anti-Raffi. È una società a responsabilità limitate che ha sede a Ravenna, la Erasmo Turismo e Viaggi, e che possiede l’agenzia Tamarindo Viaggi, due dipendenti e uffici sempre nella città romagnola. Creata nel 1996, ha un capitale sociale di 10.400 euro ed è di proprietà di Roberto Maria Raffi, amministratore unico dell’azienda e il fratello del gran maestro del Goi. Il rimbrotto, portato avanti soprattutto dal Grande Oriente Democratico, serbatoio che raccoglie il fronte scissionista del Goi e che vede in Gioele Malgaldi il suo nome più noto, è da tempo sempre lo stesso: avere una sorta di ruolo privilegiato nella vendita dei pacchetti per partecipare alla Gran Loggia di Rimini, appuntamento annuale a cui partecipano migliaia di massoni appartenenti dell’obbedienza di Palazzo Giustiziani.
Ruolo che conferirebbe – dicono i critici – all’agenzia romagnola anche la libertà di applicare prezzi differenti rispetto a quelli che le singole strutture ricettive prevederebbero per chi dovesse rivolgersi direttamente a loro. “Non era obbligatorio” venirci avvalendosi della Tamarindo Viaggi, ha detto in passato lo stesso Raffi rispondendo nel merito, quanto semmai “un’opportunità. Mica era vietato venirci con mezzi propri”. E in merito ai costi, ha aggiunto: “Menzogne. Il confronto è stato fatto con periodi in cui a Rimini non c’erano convegni né fiere. E si sa che, se gli alberghi sono vuoti, gli albergatori abbattono i prezzi”.