L’Europa è compatta nel voler mantenere la Grecia nell’Eurozona. Questa l’indicazione fornita dal presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker al termine della riunione dei ministri delle Finanze dei 17 Paesi che hanno già adottato la moneta unica. “Vogliamo mantenere la Grecia nell’euro e faremo tutto il possibile perchè ciò accada”, ha detto Juncker. “La possibilità che Atene possa uscire dall’Eurozona non è stata oggetto di dibattito, nessuno si è espresso in questo senso”. Sul caso Grecia è intervenuto anche il commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn lanciando un accorato appello ai politici ellenici. “Ora più che mai – ha detto – la responsabilità di fare la loro parte per rispettare il patto di solidarietà stretto con l’Ue è sulle loro spalle”. Perché quello della solidarietà, ha poi spiegato, è un impegno che funziona se entrambe le parti rispettano gli accordi. E oggi “tutti i 16 Paesi dell’Eurozona hanno espresso la loro solidarietà ad Atene”.
Juncker – che ha assicurato che entro giugno sarà erogata un’altra tranche di aiuti per un miliardo di euro – ha anche avuto parole dure contro chi, in questi ultimi giorni, ha agitato lo spauracchio di un’uscita dalla Grecia dall’euro per fare pressione sulla Grecia. Parlarne è un “non senso, pura propaganda, sono contro questo modo di trattare i greci. Hanno votato, aspettiamo la formazione di un nuovo governo, poi tratteremo con loro. Non mi piace il modo di trattare la Grecia con queste minacce”. Quanto alla possibilità di concedere più tempo ad Atene per applicare il programma di risanamento e riforme concordato con l’Ue, Juncker ha osservato:“Se ci saranno cambiamenti drammatici, non è una prospettiva che si può escludere. Ma non è stato argomento di discussione e attualmente non è una questione sul tavolo”.
Per il presidente dell’Eurogruppo è invece senza dubbio arrivato il momento di parlare, a livello Ue, di come rilanciare la crescita. “Nelle prossime due settimane ci sarà un dibattito approfondito”, ha detto senza sbilanciarsi sulla proposta Monti di escludere dal conteggio dei debiti gli investimenti produttivi. Una risposta indiretta alla casa Bianca che, dopo aver riconosciuto che gli europei hanno fatto passi importanti, ha anche ricordato che “c’è bisogno che facciano di più. L’Eurogruppo ha poi espresso una valutazione positiva delle decisioni prese da Madrid e illustrate ai colleghi per affrontare e risolvere la crisi del sistema bancario nazionale. La Spagna è stata sollecitata ad accelerare la valutazione esterna degli asset bancari annunciata nel Consiglio dei ministri di venerdì scorso.
Ma Juncker si è detto sicuro che “Madrid farà tutto quanto c’è da fare” per risanare il settore creditizio, tagliare il deficit e tornare sul sentiero della crescita. In attesa di conoscere l’esito dell’incontro di domani tra il neopresidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel, domani i ministri delle Finanze dell’Ue torneranno a incontrarsi nella formazione Ecofin per discutere dell’applicazione di Basilea 3 e della possibilità di negoziare un accordo con la Svizzera per combattere l’evasioner fiscale. Sperando che anche i mercati voltino pagina, dopo una giornata da dimenticare che ha visto tutte le borse registrare forti ribassi, gli spread con i bund tedeschi schizzare alle stelle – quelli spagnoli hanno sfiorato quota 500, il massimo dall’introduzione dell’euro – e l’euro indebolirsi ulteriormente.