Cattive notizie per l’economia italiana e per i mercati, che dall’inizio della settimana attendevano il dato relativo alla crescita del Pil. L’Istat infatti ha comunicato i dati preliminari – in attesa di quelli ufficiali previsti per mercoledì- e nel primo trimestre 2012 si conferma la recessione. Si tratta del terzo trimestre consecutivo in cui il dato congiunturale del prodotto interno lordo è negativo. Nel terzo trimestre 2011 era -0,2%, nel quarto trimestre -0,7%, mentre nel primo trimestre a -0,8%. Registra quindi un calo dell’1,3% su base annuale.
Il risultato congiunturale, sintesi di un aumento del valore aggiunto dell’agricoltura e di una diminuzione di quello dell’industria e dei servizi, è il peggiore dal primo trimestre del 2009, quando si registrò un calo del 3,5% sui tre mesi precedenti. Il primo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre del 2011. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,2% nel Regno Unito. In termini tendenziali, il Pil è aumentato del 2,1% negli Stati Uniti ed è rimasto stazionario nel Regno Unito.
Crescita zero del Pil tanto nell’eurozona quanto nella Ue-27 nel primo trimestre 2012, per Eurostat. Nell’ultimo trimestre 2011 aveva registrato -0,3%. Rispetto al primo trimestre 2011 la crescita è stata dello 0,0% nella Ue-17 e di +0,1% nella Ue-27. Nel trimestre precedente su base annuale la crescita era stata di +0,7% per i 17. Per quanto riguarda la Grecia, invece, si registra un calo tendenziale del 6,2% nel primo trimestre. Si tratta comunque di un miglioramento rispetto alla contrazione del 7,5% registrata nel precedente trimestre.
LAVORO – I disoccupati di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono quasi 11 milioni nei paesi dell’area Ocse, dove lo scorso marzo il tasso di disoccupazione giovanile è salito al 17,1%, vicino al picco del 18,3% toccato nel novembre 2009. Sono i dati diffusi dall’Ocse in vista del G20 che si svolgerà il 17 e il 18 maggio in Messico. Nell’insieme dell’eurozona, sempresecondo i dati diffusi dall’organizzazione, il tasso di disoccupazione giovanile per marzo 2012 è stato del 22,1%, pari a 3,345 milioni di giovani senza lavoro. Nell’Unione europea a 27, è stato del 22,6%, pari a oltre 5 milioni e mezzo di giovani disoccupati. In entrambi i casi si tratta del dato più elevato dall’inizio della crisi, quattro anni fa. In Italia la disoccupazione giovanile ha raggiunto il suo picco nel marzo 2012, al 35,9%, pari a 534 mila senza lavoro tra i 15 e i 24 anni. Lo riporta l’organizzazione, in una nota emessa in occasione del vertice dei ministri del Lavoro del G20, con dati di marzo 2012.
I dati mostrano un radicale aggravamento della situazione legato alla crisi, con casi come la Spagna dove la disoccupazione giovanile è passata dal 17,4% al 51,1%, mentre in Francia, Regno Unito, Italia, Svezia, Polonia e Irlanda oltre un giovane su cinque è senza lavoro. “I governi devono affrontare questi problemi economici e sociali con azioni decisive e concrete”, ha dichiarato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurria, “il mio messaggio ai ministri del G20 è che esistono maniere efficienti dal punto di vista dei costi di far crescere le prospettive occupazionali dei giovani e che ogni strategia di consolidamento fiscale deve essere intelligente, favorire la crescita e preoccuparsi delle generazioni future; proponiamo azioni concrete e investimenti nella formazione dei giovani per offrire loro la speranza in un futuro migliore”.