Il Partito Democratico è un po’ come un rubinetto che perde. All’inizio uno stillicidio, poi sempre più, sempre peggio. Inutile stringere forte: perde. Sarebbe bastato cambiar la guarnizione, spender poco, in poco tempo, sarebbe morta lì. Invece no, continua a morire, piano piano. Il rubinetto ha iniziato a perdere nel 1998: a Mario Tommasini non interessavano le poltrone, decise di correre da solo a sindaco, strappandosi dalla sinistra. Sfiorò il 19%. Fu considerato la causa di tutto, colui che “consegnò Parma nelle mani di Elvio Ubaldi e il centrodestra”. Da quel giorno la sinistra non si è più curata del rubinetto.

 

Intanto il governo Berlusconi è caduto per lo stesso motivo per cui è caduto l’ex sindaco di Parma, Pietro Vignali: scandali e crisi. Il Partito Democratico non ha mai avuto la consistenza di una opposizione forte: si è seduto lì, aspettando che passasse il morto, per poi rivendicare, puntuale, d’averlo fatto fuori lui. Oggi Vincenzo Bernazzoli, candidato Pd al ballottaggio di Parma, sguaina l’esperienza.

Federico Pizzarotti, candidato M5S sfidante di Bernazzoli, sottolinea come “l’esperienza” dei precedenti amministratori abbia maturato il disastro. Si è offeso Giorgio Pagliari, ex capogruppo PD del precedente parlamentino ducale, quello che disse “Qui si vuole che tutto cambi perché nulla cambi” una volta escluso dalle primarie per fare posto all’ordine dall’alto: Bernazzoli. Pagliari è rientrato nei ranghi, lo fa difendendo la briscola che gioca Bernazzoli, quell’esperienza per governare una città, anche se la città li vuole sempre meno. A dirlo è la matematica e quella si può solo interpretare, ma non è opinabile: alle amministrative del 2007 il candidato del PD Alfredo Peri, sconfitto da Pietro Vignali, ottenne il 43,4% dei consensi, pari a 41.431 voti. Cinque anni dopo, nel 2012, Vincenzo Bernazzoli, con il 39,2% porta a casa 34.433 voti: 6.998 in meno. Chi lascia la strada vecchia per quella nuova… sa quel che lascia, ma almeno ci prova. Invece il Partito Democratico è come un rubinetto. Che perde.

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