Gabriel Garcia Marquez è morto, ma per fortuna solo su Twitter. Quando nel pomeriggio di lunedì inizia il tam tam sul presunto decesso dell’ultraottantenne scrittore colombiano, molti dei suoi lettori hanno un brivido. Possibile? Sarà vero? Certo, la fonte pare – ma sottolineiamo pare – attendibile, dato che l’annuncio arriva addirittura dall’account Twitter di Umberto Eco.

Si legge sul sito di microblogging, all’account @UmbertoEcoOffic: “La notizia della morte di Garcia Marquez sarà ufficialmente annunciata tra poche ore dalla sorella Aida e dagli editori”. All’onda di compianto mista a incredulità da parte di molti utenti della rete, viene data a stretto giro una risposta dall’account @ElGabo, che dovrebbe essere la voce ufficiale dell’autore di Cent’anni di solitudine (ma non è confermato). La replica in spagnolo suona: “E se dicessimo che è morto @UmbertoEcoOffic? Un resoconto falso”.

A risolvere il giallo ci pensa Jaime Abello Banfi, direttore della Fondazione Marquez, che denuncia, anche lui da Twitter, trattarsi di uno scherzo, per quanto di cattivo gusto, e comunque di una bufala, invitando tutti a non credere alle indiscrezioni . Gli dà man forte il sito d’informazione colombiano Rcn. E così, nel giro di poche ore, l’autore del realismo magico è di nuovo vivo e vegeto. Rimangono però un paio di domande aperte.

Se Umberto Eco su Twitter non è lo scrittore del Nome della Rosa, chi è perché si è avventurato nel macabro giochino? Fa un ipotesi il quotidiano britannico The Guardian: dietro la notizia della dipartita del grande colombiano, ci sarebbe la penna, ovvero il tweet sarcastico di Tommaso Debenedetti, letterato italiano noto ormai in tutto il mondo per le sue burle, che sarebbe dunque dietro al falso Umberto Eco. Per chi ama i retroscena, proprio il Guardian aveva recentemente pubblicato una lunga intervista a Debenedetti, in cui si legge: “I social media sono la fonte d’informazione meno verificabile al mondo, ma i media gli credono perché hanno bisogno di rapidità”.

Cronaca di una morte annunciata verrebbe da dire citando il titolo di un altro famoso romanzo dell’autore colombiano. Proprio come nei suoi romanzi, però, i personaggi per fortuna restano magicamente in vita.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Dieci cose su ‘Quello che non ho’

next
Articolo Successivo

Tv al mercato: serve un vigile

next