Si dice che dopo i novanta canonici, ogni minuto in più deve essere sfruttato al meglio dal regista perché, rispetto agli altri, durerebbe il doppio, il triplo, il quadruplo e così in progressione. Applicata d’istinto da chi cerca di far stare una sceneggiatura dentro un centinaio di pagine, questa legge non scritta non di rado è messa in crisi da quei cineasti che lavorano proprio sulla durata e le sue possibilità. Uno di loro è sicuramente Sergio Leone, sempre avvezzo a metraggi abbondanti se non oltre misura fino a quello fluviale del capolavoro C’era una volta in America. Non a caso proprio un’opera sul tempo e i suoi sfasamenti in cui si raccontano cinquant’anni di storia americana attraverso tre momenti (1922-1923, 1932-1933 e il 1968) intersecati in una struttura labirintica e spiralica che fece parlare – a partire dallo stesso cineasta, in verità – di ascendenze proustiane.
Proprio il venerato e complesso gangster-movie del 1984 sarà presentato venerdì a Cannes in un extended cut di quasi quattro ore e venti, dopo un minuzioso restauro che ha aggiunto spezzoni finora inediti, per un totale di ventisei minuti, laddove il regista li aveva previsti in prima analisi. Vedremo dunque tre nuovi blocchi ambientati nel 1968: il dialogo tra Robert De Niro (Noodles) e la direttrice del cimitero interpretata da Louise Fletcher, il colloquio tra il senatore Bailey/Max (James Woods) con il sindacalista e uno in cui Deborah (Elizabeth McGovern) recita il ruolo di Cleopatra a teatro. E tre nel 1933: la sequenza muta in cui l’auto con Noodles e Max affonda, una scena d’amore a pagamento tra Noodles e Eve (Darlenne Fluegel) e un dialogo tra Noodles e il suo chauffeur, interpretato nientedimeno che dal produttore Arnon Milchan, lo stesso che portò la pellicola a due ore e diciannove per il mercato statunitense, incontrando un clamoroso flop.
Finanziato da Gucci e The Film Foundation di Martin Scorsese e realizzato dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’Immagine Ritrovata in collaborazione con Andrea Leone Film, The Film Foundation e Regency Enterprises, il restauro della pellicola avrà una prima italiana venerdì 22 giugno in Piazza Maggiore a Bologna, come anteprima di Il Cinema Ritrovato, promosso dalla Cineteca di Bologna dal 23 al 30 giugno. Lodevole per i molti adoratori e studiosi del padre degli spaghetti western, l’operazione fornisce il pretesto per riflettere su quella definitezza che, da almeno un decennio, i film sembrano non avere più; dopotutto era stato lo stesso Leone a tagliare le scene che il minuzioso lavoro dei restauratori ha di nuovo integrato.