Dopo il blitz di ieri del Pdl, la commissione Giustizia della Camera riesce a concludere tra mille polemiche, in seduta notturna, l’esame degli emendamenti al testo sul falso in bilancio. Tutte le proposte di modifica presentate dai pidiellini al provvedimento targato Idv vengono respinte. Mentre il sottosegretario Salvatore Mazzamuto, non solo si difende dagli attacchi di ieri ribadendo di essersi limitato “a leggere la scheda” che gli era stata data dall’ufficio legislativo del ministero, ma se la prende con i deputati: “Fino a quando non ve l’ha spiegato il funzionario che tutte le altre proposte di modifica presentate al testo erano decadute – dice ai commissari – voi non ve ne eravate accorti perchè non avevate avuto alcuna reazione”.
Il ‘j’accuse’ del sottosegretario fa andare su tutte le furie Pd e Idv, tanto che è stata sospesa anche la seduta. Mentre il deputato dell’Udc Lorenzo Ria, tra quelli indotti “in errore” da Mazzamuto, chiede di ripetere la votazione. La richiesta, sostenuta anche dal capogruppo dei Democratici in commissione Donatella Ferranti viene respinta dal presidente della commissione Giulia Bongiorno che ricorda come ieri Manlio Contento (Pdl) avesse “illustrato in modo dettagliatissimo la sua proposta di modifica”. “Il problema – incalza la Bongiorno – è che in quel momento i commissari presenti erano davvero pochissimi”.
Archiviate le polemiche, si votano tutte le altre proposte di modifica e passano quelle del centrosinistra, concordate insieme al relatore Federico Palomba (Idv), che introducono il reato di falso in bilancio per le società quotate in borsa e per quelle che emettono e garantiscono strumenti finanziari. In più, passa un altro principio definito “cardine” da Pd e Idv: il reato non sarà più perseguibile a querela di parte, com’è ora, ma sarà perseguibile d’ufficio. E il “danno” ai soci o alla società non sarà più la ‘conditio sine qua non’ per la punibilità, ma una semplice aggravante. Fino a 4 anni di carcere, infine, per i revisori contabili “bugiardi”.
Tutti gli altri emendamenti del Pdl al testo vengono bocciati e la cosa fa gridare Luigi Vitali al “cambio di maggioranza”. “Ora sulla giustizia l’asse è Pd-Idv-Terzo Polo”, commenta. Quindi l’offensiva dei berlusconiani sul fronte giustizia va avanti. La pattuglia dei tecnici pidiellini in commissione, non solo nel pomeriggio si astiene sul decreto per le commissioni bancarie “tanto per dare un segnale al governo sul senso di disagio” che si avverte sui temi della giustizia e su come questi “vengono affrontati dal Guardasigilli, ma per domani sull’Anticorruzione è molto probabile che si andrà avanti con l’ostruzionismo.
Anche perchè, da quanto trapelato dall’incontro tra Monti e Berlusconi, resterebbero marcate le distanze su temi caldi come la Rai e la giustizia. Al centro della polemica il fatto che il ministro Paola Severino non abbia più affrontato la questione intercettazioni, “come promesso al tavolo delle trattative” che era stato aperto con il Pdl e che sulla responsabilità civile dei magistrati “se ne sia andata per conto suo” senza ascoltare le ragioni del centrodestra.
Per il “secondo round” di oggi, comunque, Pd e Idv esprimono soddisfazione. Per Ferranti il sostanziale via libera al testo in commissione “è un primo passo verso il ripristino sacrosanto del reato di falso in bilancio”. Mentre per Palomba “è un segnale importante che qualcosa sul fronte della lotta alla corruzione in realtà si stia muovendo. Questo è un provvedimento importante – aggiunge – speriamo l’Aula lo approvi in tempi rapidi”.