Forse, per illustrare il nuovo governo francese, nominato stasera e presieduto dal premier Jean-Marc Ayrault, bisognerebbe iniziare indicando chi non ne fa parte. Un nome, soprattutto: Martine Aubry, segretario generale del Partito socialista, una delle sue anime più a sinistra, che mai è stata amica di François Hollande. E che, sperando di diventare premier, per la delusione ha rifiutato di partecipare al nuovo esecutivo: o primo ministro o niente. Non sarà facile per il neopresidente ritrovarsi un personaggio di tale calibro (e influenza) fuori dai giochi. Venendo, invece, al governo tale e quale, è composto di 32 ministri e sottosegretari, 16 dei quali donne (non proprio nei posti più influenti, a dire il vero).
E’ un esecutivo relativamente giovane, che ingloba le diverse anime del Ps. Ma in realtà sono pochi i rappresentanti esterni alla formazione politica: Sarkozy nel 2007 aveva osato di più, con diversi elementi critici nei confronti dell’Europa. Ecco qualche rappresentante particolarmente significativo:
– Laurent Fabius, ministro degli Esteri, 65 anni. E’ uno dei rari rappresentanti della vecchia guardia e già ministro, allora giovanissimo, nel 1981 per François Mitterrand. Nel 2005 si pronunciò per il no al referendum sulla nuova Costituzone europea. La sua scelta, da parte di Hollande, è abbastanza sorprendente, anche perché, si sa, non si sono mai amati un granché.
– Manuel Valls, ministro degli Interni, 49 anni. E’ il sindaco di Evry, comune della periferia parigina, con vari problemi economico-sociali e di sicurezza. Questa sua esperienza potrà servirgli. Proprio sulla sicurezza Valls è noto per le sue idee controcorrenti e severe rispetto al resto della sinistra. Viene criticato perché giudicato eccessivamente “a destra”. Ma la sua nomina è rassicurante per le forze dell’ordine e per un certo elettorato moderato.
– Arnaud Montebourg, ministro del Risanamento produttivo, 49 anni. Ambizioso, avvocato di professione, è stata la sorpresa delle primarie socialiste dell’anno scorso (17% dei consensi). La sua parola d’ordine è “démondialisation”, una forma di protezionismo al quale ambisce. Sostanzialmente anti-europeista, è una delle anime più a sinistra del Ps, in costante lotta con la nomenclatura tradizionale del partito.
– Pierre Moscovici, ministro dell’Economia, delle Finanze e del Commercio estero, 55 anni. E’ una bella ricompensa per colui che è stato alla guida della campagna di Hollande. Assomiglia al neopresidente nel senso che è il classico prodotto delle grandes écoles della repubblica, l’Ena (Ecole nationale d’administration) compresa. Grande intellettuale e assai capace nei dibattiti televisivi è abbastanza inclassificabile all’interno del Partito socialista. Si richiama alla socialdemocrazia europea.
– Cécile Duflot, ministro dell’Eguaglianza dei territori e della Casa, 37 anni. E’ il segretario generale dei Verdi. Urbanista di formazione, è una fanatica di Twitter. Non rinuncia alle critiche ed è capace di atti sorprendenti: nel 2005 si buttò nella Senna, per denunciarne l’inquinamento. E per ricordare a Jacques Chirac, che era stato sindaco della città, la sua promessa mancata di rendere pulita la Senna e di fare un giorno altrettanto: nuotare nelle acque (non proprio pure) del fiume, in mezzo alla capitale.
– Christiane Taubira, ministro della Giustizia, 60 anni. E’ una delle sorprese del nuovo Esecutivo. Originaria della Guyana, la Taubira, anche se fa parte da tempo del gruppo socialista all’Assemblea nazionale, si rivendica ancora oggi come esponente di un movimento indipendentista del territorio d’Oltremare. E’, in ogni caso, un personaggio particolare, autonomo, non difficile da gestire, vicina a Montebourg. Come lui, nel 2005, si pronuncio’ per il «no» alla Costituzione europea.
– Michel Sapin, 53 anni, ministro del Lavoro. E’ l’amico di sempre di Hollande, insieme già durante l’Ena. E da allora sono legati da un sentimento di profonda stima. Sapin è un personaggio caratterizzato da un certo pudore, che non ama gli scontri. Un mediatore.
– Aurélie Filippetti, ministro della Cultura e della Comunicazione, 38 anni. Proviene da una famiglia di operai comunisti, di origini italiane, dell’Est francese. Già verde, ha poi aderito al partito socialista. E’ laureata all’Ecole normale supérieure, in lettere classiche. E’ anche una scrittrice di successo. Ma sempre con un forte seguito nell’elettorato più popolare.