In principio era il reverendo Billie della Chiesa di Earthalujah. Una follia americana che ha spopolato tra il movimento statunitense di Occupy Wall Street e non solo. Un signore, il reverendo, che ha esorcizzato negozi, bancomat, finanziarie, grandi multinazionali e istituti di credito di ogni tipo. Famosa la sua trasferta in Inghilterra per “cacciare” dalla lista degli sponsor della Tate Gallery il demone petrolifero della BP, responsabile del disastro della piattaforma DeepWater. Insomma un personaggio più unico che raro. A inventarsi il “nuovo” reverendo Billie in salsa italiana ci hanno provato gli insolventi di Bologna, il movimento indignato che l’anno scorso aveva fatto parlare di sé per l’occupazione di un cinema abbandonato e per un’incursione alla Coop.
Per rispondere alla chiamata internazionale arrivata dalle piazze spagnole, gli insolventi questa volta non si sono limitati a portare in corteo il loro feticcio protettore, Santa Insolvenza: hanno scelto un proprio reverendo e si sono dedicati all’esorcismo di banche e finanziarie. Un corteo di poco meno di 200 persone che ha fatto il giro delle vie del centro di Bologna. Davanti a tutti ovviamente il reverendo, piuttosto improvvisato a dire il vero, dietro Santa Insolvenza, lo striscione e poi gli adepti: una ventina di manifestanti con un sacco della spazzatura verde addosso. A seguire tutti gli altri. Vedere per credere insomma.
“E’ un momento difficile, e nessuno ne uscirà da solo – ha iniziato il reverendo –. Siamo venuti di fronte a questo edificio della demoniaca finanza che governa le nostre vite. Oggi dobbiamo liberarci dal ricatto dei debiti, dallo sfruttamento, dalla sofferenza, dai sacrifici e dal senso di colpa. Abbia inizio l’esorcismo”. E mentre tutti i fedeli si sono inginocchiati tenendosi per mano, il reverendo ha cominciato ad urlare: “Debito, esci dai nostri corpi, te lo comanda Santa Insolvenza. Dobbiamo liberarci da tutto questo, è difficile ma dobbiamo trovare un modo tutti assieme. Vade retro debito, vade retro austerità e senso di colpa”. Tra una tappa e l’altra il corteo ha cantato una serie di canzoni appositamente modificate. Dalla famosissima “Nessuno mi può giudicare”, che diventa “L’austerità ti fa male lo sai”, all’altrettanto conosciuto “inno dei briganti”, che gli insolventi riescono a stravolgere alla loro maniera. “Simm’ insolvent’ e facimm paura, ‘a crisi è a vuostra e non s’ha da pagà”.
Un corteo festoso e chiassoso che ha preso in giro i simboli della finanza. La critica però era chiarissima. La manifestazione si è conclusa di fronte al Cinema Arcobaleno, occupato a novembre e sgomberato pochi giorni dopo. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà agli occupanti di Macao che questa mattina sono stati cacciati dalla torre che avevano liberato. A Bologna con questo cinema avevamo fatto la stessa cosa. Diciamo a tutti di fare attenzione, perché sabato prossimo succederà qualcosa in città”.