Il comico sul blog annuncia il secondo turno di domenica e lunedì . Un voto "per ricostruire un senso di comunità che gli italiani hanno perduto”. Alla crisi economica e politica bisogna reagire creando "una rete di protezione sociale per affrontare la tempesta perfetta che ci aspetta"
I cinque ballottaggi in cui il Movimento 5 Stelle è impegnato non sono “solo elezioni comunali, ma cinque referendum per tornare a vivere, per riappropriarsi delle nostre vite, per ricostruire un senso di comunità che gli italiani hanno perduto”. Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog, dove ricorda il voto del secondo turno, quando “si sceglierà tra una visione democratica e partecipativa o per i partiti e la palude che ci sta inghiottendo”.
”’Cinque Comuni per noi possonbastare!’ (per adesso)”, scrive il blogger, parafrasando Lucio Battisti e facendo riferimento ai ballottaggi che vedono coinvolto il Movimento 5 Stelle: Budrio, Comacchio, Garbagnate, Mira e Parma. “Sono tutti importanti – sottolinea il comico dal suo blog – I loro cittadini hanno la possibilità di voltare pagina, di decidere in prima persona. I candidati del M5S sono un megafono, una terminale dei cittadini. Chi li vota non mette solo un segno su una scheda per poi stare a guardare”. Perché “chi sceglie il M5S deve partecipare, rischiare qualcosa, intervenire nella vita pubblica. La città è sua e lui ha il diritto e il dovere di occuparsene”.
E in un altro post commenta la situazione politica italiana e internazionale. ”Il tempo dei pannicelli caldi, delle dichiarazioni ad effetto, delle mascherate televisive è giunto al termine”. In particolare, prosegue, “nessuno vuole dire è che la Grecia andrà presto in default e da quel momento in poi tutto è possibile. Nel frattempo i nostri politici si trastullano senza fare un taglio che sia uno e accollando ai cittadini i costi inutili della guerra in Afghanistan, dei cacciabombardieri dei partiti, dei giornali, della Tav da 22 miliardi. Dio rende folli coloro che vuole perdere”.
Sostiene che “ci vogliono nuove parole”, come “solidarietà, partecipazione sociale, senso di comunità, di identità nazionale” perché “nessuno deve essere lasciato indietro” e ritiene che in Italia “abbiamo perso una guerra per la democrazia” in quanto “a guerra civile non è finita nel 1946, è continuata fino ad oggi, ha prodotto migliaia di morti, decine di stragi, l’occupazione del potere da parte della P2, la fine della sovranità dello Stato dove regna la criminalità organizzata. E ora il fallimento economico dell’Italia”. Alla situazione attuale bisogna reagire creando “una rete di protezione sociale per affrontare la tempesta perfetta che ci aspetta”. E dato il periodo di crisi e difficoltà, “non è tollerabile che un cittadino muoia di povertà, di debiti, di solitudine. O ce la facciamo tutti insieme o il Paese si disgregherà in mille egoismi”. Il cittadino deve “sentirsi protetto dallo Stato (e non lo è), uguale di fronte alla legge (e non lo è), rispettato come contribuente (non preso per il culo da una serie infinita di condoni e dallo Scudo Fiscale)” perché “noi siamo lo Stato”. Infine avverte che “una nuova dittatura è possibile”.