Irresponsabile”, “incomprensibile”, “ingiustificabile”. Non usa – comprensibilmente – mezzi termini il Presidente di Abi, Mussari, quando parla dell’attacco criminale di una delle “big four” del rating (Moody’s, per la cronaca), al sistema bancario italiano.

Downgrading per 26 istituti di credito che mira a screditare gratuitamente (?) il sistema Paese.

Una nota lieta in questa situazione però c’è: per una volta l’Italia fa fronte unito contro l’attacco nemico. Forse dall’estero potrà sembrare banale lo sforzo che gli italiani stanno affrontando per risollevare le sorti delle casse tricolori ma, cari colleghi stranieri, credeteci, non lo è!

Già lo scorso gennaio, in occasione dell’avvicendamento di Governo, l’Italia dovette subire l’onta di un taglio che sapeva di giudizio politico, ma che poco aveva a che vedere con l’economia.

Per intenderci, basta tornare indietro di pochi mesi quando la stessa sorte toccò ai cugini francesi, a cento giorni dalle presidenziali. Sappiamo poi come è andata a finire.

Se fosse vero quanto afferma Moody’s, non solo questa sarebbe la bocciatura di un sistema bancario, ma anche di tipo politico e, a livello internazionale, della BCE e del FMI, di fatto ridotti alla funzione di bancomat delle banche in difficoltà. Non esito a definire questo atteggiamento un atteggiamento di terrorismo economico, del tutto inappropriato in un periodo in cui quello che attacca fisicamente i simboli della nostra imprenditoria non può che creare una perversa miscela di protesta sociale. Abbiamo già scritto chi è Moody’s e chi ne muove i fili; ora sappiamo anche chi gioca con lo spread.

Secondo Draghi, bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating o quanto meno imparare a fare meno affidamento sui loro giudizi. Mi permetto di suggerire che gli unici ad avere diritto ad esprimere un giudizio sulle banche, sulla loro efficienza e flessibilità sono solo gli italiani.

Senza contare poi il rischio che questa percezione negativa del sistema ufficiale (e legale) del credito e del risparmio porti i consumatori a rivolgersi ai canali alternativi di finanziamento, come noto in mano alle associazioni criminali. Oltre al danno, la beffa! No, non ci stiamo.

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