Sono scesi in piazza ancora una volta per dire no alla vivisezione su cani, gatti e scimmie per esperimenti scientifici. Circa centocinquanta persone hanno attraversato ieri pomeriggio il centro di Bologna, in contemporanea con analoghe manifestazioni a Milano, Torino e Roma, chiedendo la chiusura dello stabilimento di Green Hill a Montichiari (Brescia) da dove il 28 aprile sono stati “liberati” una trentina di cani beagle, e a cui hanno fatto seguito una dozzina di arresti tra gli oltre mille manifestanti.
Una manifestazione nata anche con l’intento di mostrare come il movimento di opinione attorno al tema si sia quantitativamente allargato per influire su quei parlamentari che ieri si sono riuniti al Senato per approvare l’articolo 14 della legge comunitaria 3129 del 2011 riguardante la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici.
Un’approvazione che ha però subito un ulteriore slittamento in avanti per una questione procedurale che pare però derivare anche dalla difficile gestione dello scontro pro/contro vivisezione, trasversale rispetto ai classici schieramenti partitici in Parlamento. A determinare il rinvio al 3 giugno prossimo non sono state le discussioni in merito agli emendamenti da discutere in Commissione sull’articolo 14, ma rispetto all’articolo 25 della stessa legge e dei relativi emendamenti.
Infatti il presidente della XIV Commissione (Politiche dell’Unione Europea) Filippo Berselli (Pdl) ha rimandato l’approvazione congiunta degli emendamenti sull’art. 25, ovvero quello inerente i temi riguardanti l’ambito della “giustizia”, e quelli sull’articolo 14, ponendo come data ultima per la discussione di questi il 6 giugno. A ciò seguirà una discussione unitaria del pacchetto emendativo. Probabile che la tempistica per il voto sull’articolo 14, quindi, possa arrivare a fine giugno, se non addirittura a luglio.
Un articolo delicatissimo, il 14, detto anche emendamento Brambilla, che se votato senza troppe modifiche sostanziali significherebbe un cambiamento radicale per il mondo della sperimentazione medico-sanitaria in ambito animale. Il comma B, infatti, delinea uno scenario nuovo a partire dal mondo della cosmesi: “ vietare l’utilizzo di scimmie antropomorfe, cani, gatti ed esemplari di specie in via d’estinzione a meno che non risulti obbligatorio in base a legislazioni o farmacopee nazionali o internazionali o non si tratti di ricerche finalizzate alla salute dell’uomo o delle specie coinvolte, condotte in conformità ai princìpi della direttiva 2010/63/UE, previa autorizzazione del Ministero della salute, sentito il Consiglio superiore di sanità”.
Il corteo di protesta bolognese con in testa i componenti di Occupy Green Hill, Lav (Lega Anti Vivisezione) e Salviamo gli orsi della Luna, ha anche ricordato i tre arrestati emiliano romagnoli dopo il blitz animalista del 28 aprile scorso: “Per noi sono eroi che hanno liberato esseri viventi da immotivate torture”. Sui tre fermati e poi rilasciati dopo due giorni passati in carcere (una ragazza di Ferrara, una di Bologna e un signore di Argelato – Bo -) pendono ancora accuse pesanti come rapina, aggressione a pubblico ufficiale e violazione di domicilio.
Per il movimento animalista c’è già un nuovo appuntamento di protesta, questa volta nazionale e concentrato in una sola città, il 16 giugno a Roma, in attesa del verdetto del Senato.
La foto è di Daniele Aversano