Ripensare la funzione del comico “senza prendersi troppo sul serio”ed evitando di nominare i politici perché, nominandoli, loro diventano leggeri e io pesante, loro diventano pop e io snob”. Una vera e propria “rifondazione del mestiere” cui darà vita il comico milanese Paolo Rossi, lontano dalle scene televisive da vent’anni, dai tempi di Su la testa su Rai3. E che ora torna in pista su Sky Uno HD per tre prime serate, il 24 e 31 maggio e il 7 giugno. E’ in rampa di lancio, infatti, il suo nuovo show Confessione di un cabarettista di m. Esercizi spirituali di una rifondazione umoristica.
Uno spettacolo che Rossi ha presentato a Rubiera, in un tipico ristorante nella Bassa emiliana, in provincia di Reggio Emilia, dove sta provando in un tendone circense il nuovo show. “ Lo spettacolo – ha spiegato Rossi- nasce in un periodo in cui, per andare avanti, abbiamo allestito delle serate del disonore durante le quali l’attore si metteva a nudo. Ed è proprio da queste serate che nasce lo show”.
Uno spettacolo che per Rossi suona come una sfida in un periodo in cui “la satira è in difficoltà”. Sfida che suona anche come un “rischio”. Ad essere affrontate saranno le “contraddizioni del presente. Il comico – ha ribadito – non si deve prendere troppo sul serio, perchè rischierebbe di diventare un consulente finanziario o un segretario di partito”. E soprattutto “ ciascuno deve fare ciò che sa e deve stare al suo posto”. Oltre a non voler nominare di politici, “salvo forse soltanto nell’ultima puntata”, Rossi ha in mente altre sfide. Come quella di parlare del passato e del futuro “alternando momenti tragicomici a momenti visionari più tesi”. E’ difficile fare satira quando la realtà si supera e si racconta in modo molto comico”.
L’obiettivo, insomma, sarà quello di raccontare il presente utilizzando altre strategie. Facendo leva sul passato e sul presente, Rossi farà riferimento al presente anche se l’unica cosa da fare l’unica sa da fare è parlare del passato e di me stesso. Una rifondazione comica in grande stile che vuole ricominciare dal passato. E in particolare dai tempi del primo Zelig e di Derby. La comicità da allora ad oggi si è trasformata “da una palestra di follia a una fabbrica di tormentoni con l’idea che le battute devono arrivare in tre minuti. Torneremo invece a raccontare storie “.
“Stralunato e visionario” come lui stesso si definisce, Rossi sarà accompagnato da numerosi ospiti che arricchiranno lo spettacolo. Ad affiancare il comico, nella prima puntata, saranno l’ex calciatore nerazzurro Evaristo Beccalossi, il protagonista involontario dei più celebri monologhi di Rossi , e i musicisti Stefano Bollani e Luciano Ligabue. E poi a sfilare saranno, primi nomi della musica che in genere sono lontani dalla tv, tra cui anche Vinicio Capossela e Gianmaria Testa. A partecipare in video sarà don Gallo, il sacerdote di strada genovese che, ha spiegato Rossi, “mi ha confessato da miei peccati passati e futuri”.
Non mancheranno poi le allusioni alla vita privata del comico milanese che parlerà anche “della salute, dell’alcool, delle donne e delle adesioni politiche”. La politica, insomma, si farà sentire. E qualche riferimento ai protagonisti delle Istituzioni non mancheranno. Come quelli a Berlusconi “del quale ho parlato quando faceva ancora l’imprenditore edile” e al comico Beppe Grillo. Commentando la sua scelta di scendere in campo, Rossi ha detto: “Ognuno fa le scelte che vuole. Per me è stato uno dei più grandi comici. Era il mio mito”. Lo spettacolo vuole essere una redenzione televisiva , scandita da tre tappe diverse: nella prima ad emergere sarà, per Rossi, un ritorno a se stesso: un’occasione per presentare i monologhi che lo hanno reso celebre, rielaborati e riadattati. La seconda tappa sarà invece segnata da un tuffo negli eccessi del passato e dai vizi che lo hanno caratterizzato. Nella terza, infine, al centro ci saranno i peccati con le donne.