Il palco è quello dedicato ai grandi eventi e ai concerti di musica classica, ma la platea è agguerrita come di fronte a un incontro sul ring. Oltre mille persone hanno assistito all’Auditorium Paganini al dibattito sull’inceneritore tra i due candidati sindaco di Parma Federico Pizzarotti (Movimento 5 stelle) e Vincenzo Bernazzoli (centrosinistra), tanto che in molti per motivi di sicurezza sono dovuti rimanere fuori e seguire la serata attraverso le dirette streaming organizzate per l’occasione.
Il confronto sul tema forse più caldo di questa campagna elettorale, che vede i due contendenti alla fascia tricolore su posizioni diametralmente opposte, era atteso da anni dall’associazione Gestione corretta rifiuti, che ha organizzato il “Faccia a faccia con il forno” sperando soprattutto nella presenza di Bernazzoli, che da presidente della Provincia ha sulle spalle la responsabilità dell’approvazione della costruzione dell’impianto di Ugozzolo. E il candidato di centrosinistra, che proprio il giorno prima aveva organizzato un incontro di approfondimento sul tema dello smaltimento rifiuti con rappresentanti dei Comuni di Forlì e Reggio Emilia (dove l’inceneritore è appena stato spento), nonostante qualche iniziale titubanza nell’accettare l’invito, alla fine si è presentato all’appuntamento pur sapendo di non giocare in casa.
L’introduzione è a cura del Gcr, che propone come alternativa all’inceneritore il trattamento meccanico biologico dei rifiuti. Poi arriva il momento del confronto-scontro moderato dal giornalista di Teleducato Pietro Ferraguti. “Siamo da sempre contrari all’inceneritore – esordisce Pizzarotti, accompagnato da un boato di applausi – che non vuol dire essere contro Iren, ma contro questo tipo di smaltimento di rifiuti che in Europa ormai è superato. Solo in Italia si continuano a costruire inceneritori”. Ma il problema è che l’inceneritore di Ugozzolo è quasi completato, ribatte lo sfidante, e tornare indietro sarebbe un costo da pagare in penali e in ricerche per un’alternativa. “Ho sempre avuto una grande attenzione al problema dell’ambiente – replica Bernazzoli, ma la sua voce è più volte coperta dai fischi e da qualche contestatore nella platea – e se ci fosse stata un’alternativa all’inceneritore l’avrei presa in considerazione, ma al momento non c’è, e l’obiettivo a cui un amministratore deve rispondere è il problema dei rifiuti. Il termovalorizzatore è una soluzione temporanea, che si affiancherà ad un aumento della raccolta differenziata al 75 per cento, come abbiamo già fatto in Provincia”.
Lo scambio diventa acceso e più volte il dibattito si trasforma in uno scontro aperto tra i due candidati, che si interrogano a vicenda sulle reciproche affermazioni, soprattutto quando si tocca il tema della trasparenza. Da una parte Bernazzoli cita l’Agenda 21, dall’altra Pizzarotti fa notare che i documenti sull’inceneritore e i contratti con Iren, così come il piano finanziario per il cantiere, non sono mai stati resi noti nonostante le richieste di Gcr. Attacco e difesa, e ancora attacco, questa volta di Bernazzoli. “Se blocchiamo l’inceneritore dovremo pagare a Iren una penale di 180 milioni di euro, e questo vorrebbe dire nuove tasse per i cittadini in un periodo in cui sono già vessati dalla crisi. E inoltre, per risolvere il problema dei rifiuti, si dovrebbero aprire delle discariche. Chi si prenderà queste responsabilità? A volte un amministratore deve avere il coraggio di prendere delle decisioni impopolari, ma i cittadini esigono delle risposte concrete”.
Immediata la replica di Pizzarotti, che punta il dito ancora una volta su “decisioni prese sopra le teste dei cittadini”, citando poi le infrazioni della Commissione europea che pendono sul cantiere dell’inceneritore per le irregolarità dell’appalto. Bernazzoli si trincera e passa la palla al Comune (“L’appalto non era responsabilità della Provincia e non posso rispondere per colpe non mie”), ma il candidato Cinque stelle lo incalza: “Come Provincia avreste potuto interessarvi molto di più e intervenire su quello che stava accadendo in città, non solo per l’inceneritore, ma anche per l’Ospedale vecchio e la Ghiaia”.
Gli applausi scrosciano per Pizzarotti, che propone la ricetta del Gcr di uno smaltimento alternativo dei rifiuti e una raccolta differenziata spinta, come già sperimentato a Parma nel quartiere Cittadella. Una soluzione in parte condivisa dal presidente della Provincia, anche se per quest’ultimo “il termovalorizzatore in prospettiva andrà spento, ma al momento rimane l’unica soluzione possibile. Ed è inutile fare terrorismo, dicendo che farà venire il cancro ai bambini, se non ci sono prove certe della pericolosità dell’impianto. Abbiamo fatto fare analisi e la situazione sarà monitorata da una commissione di cui potrà fare parte anche il Gcr”. Le parole scatenano la platea, arrivano altri fischi e grida di dissenso. Il dibattito prosegue fino a mezzanotte inoltrata, e alla fine, quando Bernazzoli lascia l’auditorium e Pizzarotti rimane a scambiare opinioni con alcuni cittadini, l’unica certezza è che tra i due candidati sul tema non ci sono punti di incontro. A decidere sul futuro dell’inceneritore saranno i parmigiani, scegliendo quale sindaco votare al ballottaggio di lunedì.