I pm indagano sull'impianto solare di Gela del valore di 100 milioni di euro. Dovrebbe realizzarlo la società dell'oligarca russo Viktor Vekselberg che avrebbe versato una mazzetta al senatore Pdl attraverso l'acquisto di un volume rarissimo
Corruzione. Indagati: il senatore Pdl Marcello Dell’Utri e l’imprenditore ed ex collaboratore dell’ex ministro Galan, Marino Massimo De Caro, noto per le sue frequentazioni bipartisan tra berlusconiani e dalemiani. Al centro dell’indagine dei pm fiorentini Giuseppe Quattrocchi, Luca Turco e Giuseppina Mione uno degli impianti solari più grandi d’Europa, quello di Gela, 100 milioni di euro di investimento. Con denaro privato e finanziamenti agevolati pubblici.
Un impianto che dovrebbe essere realizzato dalle società dell’oligarca russo Viktor Vekselberg (non indagato) su terreni di proprietà di Stefano Italiano (non indagato). I pm ipotizzano che per ottenere il via libera delle autorità sia stato chiesto l’intervento di Dell’Utri mentre De Caro si è interessato al progetto come consulente insieme con Domenico Di Carlo (non indagato), già capo della Segreteria del ministro dell’Agricoltura Saverio Romano.
Ma gli investigatori si stanno interessando anche dell’impianto di stoccaggio del gas a Ferrandina, in Basilicata. Ieri gli uomini dei Ros hanno perquisito società a Firenze e a Milano. Tutto parte dall’inchiesta P3. Gli inquirenti fiorentini avevano trovato traccia di un pagamento di 558 mila euro che Dell’Utri (l’unico indagato del gruppo in quell’inchiesta) aveva ricevuto da De Caro. De Caro al Fatto aveva spiegato: “Ho pagato Dell’Utri per un libro rarissimo che riporta la lettera del 1493 scritta da Colombo a Isabella d’Aragona.
In realtà al senatore ho pagato quel libro molto di più: un milione in tutto. I soldi vengono dal conto di Cipro del mio amico russo Vekselberg, ma gli affari del petrolio non c’entrano nulla. Anche Vekselberg è un amante dei libri antichi”. I pm non gli credono. Ieri De Caro, raggiunto dal Fatto, contrattacca: “Quel libro io l’ho già mostrato ai Carabinieri ma dopo la perquisizione di oggi (ieri, ndr) nella mia casa di Verona, il libro non c’è più. Mi hanno rubato un valore di un milione di euro e domani farò una denuncia”.
di Marco Lillo e Ferruccio Sansa
Il Fatto quotidiano, 17 maggio 2012