A metà seduta restano alte la volatilità su tutte le principali piazze e la tensione sui titoli di Stato. In mattinata brutta partenza, ma ora i mercati sono in rialzo. Piazza Affari all'ora di pranzo a +1,30%. Differenziale tocca quota 450, poi riscende
L’Europa prova a mettersi alle spalle una settimana segnata dalla crisi greca e da un’incertezza nell’area euro che pesa su tutti i listini. A metà seduta, dopo una brutta partenza, sono i rialzi a contrassegnare i mercati, anche se la volatilità resta alta, così come la tensione sui titoli di Stato.
In attesa del vertice del G8, in programma nel fine settimana, la politica lavora ancora perchè la cancelliera tedesca Angela Merkel attenui il rigore e punti a misure per la crescita. La Commissione europea “sta lavorando a scenari per mantenere la Grecia dentro l’eurozona, non per farla uscire”, quindi l’esecutivo Ue “non conferma” l’esistenza di piani d’emergenza per l’eurozona nel caso in cui Atene esca dalla moneta unica è la replica ufficiale all’intervista rilasciata dal commissario Ue al commercio, Karel De Gucht e le dichiarazioni di mezzo governo tedesco.
E se l’incertezza caratterizza ancora i listini, Piazza Affari tenta lo sprint. Alle 13.30 l’indice Ftse Mib guadagna l’1,30% a 13.229 punti ma verso fine corsa torna in perdita, con il comparto bancario che rimbalza dopo le ultime performance negative, mentre lo spread tra Btp decennali e omologhi tedeschi flette a quota 438, dopo aver aperto a 441 e aver toccato un massimo di 451 punti. Apre in perdita Wall Street, con il debutto in borsa di Facebook che iniziava in rialzo per poi tornare al prezzo base e tornare nuovamente a guadagnare. Parigi in leggera perdita, come Francoforte. Londra e Zurigo in rosso oltre un punto percentuale. Positiva Madrid, all’indomani del downgrade annunciato da Moody’s per 16 istituti di credito spagnoli; mentre la piazza di Atene è quella dal risultato migliore in europa stabilmente sopra il 2 per cento.
In avvio comunque i listini del Vecchio Continente avevano registrato cali sostenuti ovunque con l’eccezione di Bruxelles e Copenhagen. Anche le borse asiatiche sono andate in picchiata sull’acuirsi della crisi del debito in Europa. L’indice Msci per l’area dell’Asia-Pacifico è arrivato a cedere fino al 3 per cento, il peggior calo da novembre, annullando i rialzi mesi a segno quest’anno.